Qualche giorno fa c'è stato il blog tour dedicato a GLI SCOMPARSI di Alessia Tripaldi.
Oggi, finalmente, posso parlarvi del libro.
Titolo: Gli scomparsi
Autore: Alessia Tripaldi
Casa editrice: Rizzoli
Pagine: 400
VOTO 5/5
Trama: Un cadavere mutilato emerge da un tumulo di sterpaglie. Un ragazzo scalzo e magro dice di chiamarsi Leone e che quello è il corpo di suo padre, con cui ha sempre vissuto nei boschi. Quale segreto si nasconde tra le montagne impenetrabili del Centro Italia? La risposta spetta al commissario Lucia Pacinotti. «Un'altra sigaretta e poi vado» è la frase che ripete tra sé mentre è appostata in macchina cercando il coraggio di bussare alla porta del suo vecchio compagno di università, Marco Lombroso. Nonostante la frattura improvvisa che li ha separati anni prima, lui è l'unico che può aiutarla a dipanare il mistero del "ragazzo dei boschi". Ciò che Lucia non sa è che bussando a quella porta costringerà Marco a riaprire anche il vecchio baule ereditato dal suo avo, Cesare Lombroso. Tra le pagine dell'Atlante dei criminali, nei pattern che collegano i crimini più efferati della Storia, si cela la verità, ma per trovarla è necessario addentrarsi nei fitti boschi delle montagne e in quelli ancora più intricati dell'ossessione per il male.
RECENSIONE
Se mi seguite da un po' sapete che a me i gialli non piacciono. Mi mettono ansia e spesso non riesco a leggerli se sono in casa da sola. Non so perchè ma quando mi hanno proposto Gli scomparsi mi sono detta: Ma si! Proviamo.Vi anticipo subito che a me il libro di Alessia Tripaldi è piaciuto un sacco, anche se l'ansia me l'ha fatta venire e anche se non riusicvo a leggerlo se in casa ero da sola.
Quando comunicano a Lucia che è stato ritrovato un cadavere nei boschi, la protagonista non pensava che quella comunicazione avrebbe, finalmente, dato una svolta alla sua vita, che le avrebbe permesso di riallacciare i rapporti con Marco, che non vede dai tempi dell'università, e che avrebbe scoperchiato un vaso di Pandora il cui contenuto è destinato a far vacillare tutte le sue sicurezze.
Marco ha finalmente trovato la routine che gli permette di vivere a suo modo, lavorando da casa, e di allontanare tutti i preconcetti e i pregiudizi che sono associati al suo nome: Marco Lombroso, infatti, si trascina dietro un'eredità scomoda, legata alla fama del trisavolo, famoso per aver elaborato un teoria discriminatoria sull'origine della criminalità: delinquenti si nasce e si può individuare il delinquente dal suo aspetto fisico.
Le vite di Lucia e Marco si intrecciano dapprima all'università e successivamente proprio grazie alla notizia del ritrovamento di quel cadavere nei boschi dell'Abruzzo.
Alessia Tripaldi scrive divinamente ed è in grado di far accapponare la pelle anche al più coraggioso di noi. L'autrice ha avuto la capacità di tenermi incolata alle pagine del suo romanzo fino alla fine, con il fiato sospeso e la curiosità a mille.
L'abilità della Tripaldi, a mio avviso sta nell'aver scritto un giallo capace di attrarre il lettore alla storia fino all'ultima pagina, creando una tensione via via sempre più crescente ed appassionante, non solo per gli eventi che si succedono senza sosta ma anche perchè la medesima tensione mette a nudo i suoi personaggi facendoci scoprire le mille sfaccettature che li compongono: qui non ci sono personaggi perfetti ma persone, con le loro paure, insicurezze e insoddisfazioni: Lucia che aspetta il caso della vita per fare carriera, una donna forte e sicura che si sgretola in mille pezzi davanti a Marco, schivo e taciturno, che, al contrario, cerca di eclissarsi il più possibile per non attirare l'attenzione sulle sue fragilità.
Vi confesso che la storia, che non vi racconto per scelta, mi ha turbata parecchio e mi ha fatto venire una paura che prima non avevo: il ritmo incalzante della narrazione ha reso le vicende vivide e reali creando un thriller perfetto. In cocnlusione, quindi, vi consigio di leggere questo romanzo, preavvisandovi che la tematica è molto delicata e che se siete particolarmente sensibili potrebbe turbarvi un po'.
Che ne pensate?
R.