venerdì 14 agosto 2020

Review Party: GLI SCOMPARSI di Alessia Tripaldi

Buongiorno lettori!
Qualche giorno fa c'è stato il blog tour dedicato a GLI SCOMPARSI di Alessia Tripaldi.
Oggi, finalmente, posso parlarvi del libro.


Titolo: Gli scomparsi
Autore: Alessia Tripaldi
Casa editrice: Rizzoli
Pagine: 400

 VOTO 5/5

Trama: Un cadavere mutilato emerge da un tumulo di sterpaglie. Un ragazzo scalzo e magro dice di chiamarsi Leone e che quello è il corpo di suo padre, con cui ha sempre vissuto nei boschi. Quale segreto si nasconde tra le montagne impenetrabili del Centro Italia? La risposta spetta al commissario Lucia Pacinotti. «Un'altra sigaretta e poi vado» è la frase che ripete tra sé mentre è appostata in macchina cercando il coraggio di bussare alla porta del suo vecchio compagno di università, Marco Lombroso. Nonostante la frattura improvvisa che li ha separati anni prima, lui è l'unico che può aiutarla a dipanare il mistero del "ragazzo dei boschi". Ciò che Lucia non sa è che bussando a quella porta costringerà Marco a riaprire anche il vecchio baule ereditato dal suo avo, Cesare Lombroso. Tra le pagine dell'Atlante dei criminali, nei pattern che collegano i crimini più efferati della Storia, si cela la verità, ma per trovarla è necessario addentrarsi nei fitti boschi delle montagne e in quelli ancora più intricati dell'ossessione per il male.


RECENSIONE
Se mi seguite da un po' sapete che a me i gialli non piacciono. Mi mettono ansia e spesso non riesco a leggerli se sono in casa da sola. Non so perchè ma quando mi hanno proposto Gli scomparsi mi sono detta: Ma si! Proviamo.
Vi anticipo subito che a me il libro di Alessia Tripaldi è piaciuto un sacco, anche se l'ansia me l'ha fatta venire e anche se non riusicvo a leggerlo se in casa ero da sola.

Quando comunicano a Lucia che è stato ritrovato un cadavere nei boschi, la protagonista non pensava che quella comunicazione avrebbe, finalmente, dato una svolta alla sua vita, che le avrebbe permesso di riallacciare i rapporti con Marco, che non vede dai tempi dell'università, e che avrebbe scoperchiato un vaso di Pandora il cui contenuto è destinato a far vacillare tutte le sue sicurezze.
Marco ha finalmente trovato la routine che gli permette di vivere a suo modo, lavorando da casa, e di allontanare tutti i preconcetti e i pregiudizi che sono associati al suo nome: Marco Lombroso, infatti, si trascina dietro un'eredità scomoda, legata alla fama del trisavolo, famoso per aver elaborato un teoria discriminatoria sull'origine della criminalità: delinquenti si nasce e si può individuare il delinquente dal suo aspetto fisico.
Le vite di Lucia e Marco si intrecciano dapprima all'università e successivamente proprio grazie alla notizia del ritrovamento di quel cadavere nei boschi dell'Abruzzo.

Alessia Tripaldi scrive divinamente ed è in grado di far accapponare la pelle anche al più coraggioso di noi. L'autrice ha avuto la capacità di tenermi incolata alle pagine del suo romanzo fino alla fine, con il fiato sospeso e la curiosità a mille.
L'abilità della Tripaldi, a mio avviso sta nell'aver scritto un giallo capace di attrarre il lettore alla storia fino all'ultima pagina, creando una tensione via via sempre più crescente ed appassionante, non solo per gli eventi che si succedono senza sosta ma anche  perchè la medesima tensione mette a nudo i suoi personaggi facendoci scoprire le mille sfaccettature che li compongono: qui non ci sono personaggi perfetti ma persone, con le loro paure, insicurezze e insoddisfazioni: Lucia che aspetta il caso della vita per fare carriera, una donna forte e sicura che si sgretola in mille pezzi davanti a Marco, schivo e taciturno, che, al contrario, cerca di eclissarsi il più possibile per non attirare l'attenzione sulle sue fragilità.

Vi confesso che la storia, che non vi racconto per scelta, mi ha turbata parecchio e mi ha fatto venire una paura che prima non avevo: il ritmo incalzante della narrazione ha reso le vicende vivide e reali creando un thriller perfetto. In cocnlusione, quindi, vi consigio di leggere questo romanzo, preavvisandovi che la tematica è molto delicata e che se siete particolarmente sensibili potrebbe turbarvi un po'.
Che ne pensate?
R. 

giovedì 6 agosto 2020

BLOGTOUR: Gli scomparsi di Alessia Tripaldi




Buongiorno a tutti lettori!
Buon BLOGTOUR dedicato a GLI SCOMPARSI di Alessia Tripaldi!

Della trama e di cosa ne penso ve ne parlerò prossimamente, quindi... stay tuned!
Oggi, invece, ci occupiamo di un aspetto particolare della criminologia che è il tema di fondo del libro di Alessia Tripaldi: gli archetipi. Si tratta di figure modello con caratteristiche e aspetti caratteriali che identificano al loro interno una determinata categoria di soggetti. 
Nel corso del blogtour ognuno di noi partecipanti vi parla di un archetipo. Io ho scelto l'innocente, sperando in una figura meno cruenta delle altre... ci avrò preso? Continuate a leggere per scoprirlo.

L'INNOCENTE
All'interno di questa categoria o, per usare la terminologia tecnica, archetipo, rientrano tutti quei soggetti che potremmo definire un po' dei bambinoni: si tratta di persone che non sono mai veramente cresciute, che vivono una vita semplice, fatta di schemi e di routine che per loro rappresentano il mondo perfetto e felice. "Controllo" è la loro parola d'ordine.
L'innocente è un soggetto che crede nel lieto fine ad ogni costo, per cui è "sempre Natale" "tutti hanno del buono da qualche parte nel loro cuore". La meraviglia e lo stupore caratterizzano questa categoria. Avete presente la casalinga perfetta? Ecco!

Esempio lampante di soggetto che rientra in questo archetipo è Forrest Gump: Forrest vede il buono in ogni situazione e non perde mai la speranza in un futuro migliore (fonte: Anna Bassano: L'achetipo dell'innocente).
Una bella figura, direte voi!
Tuttavia questi connotati, se portati alle estreme conseguenze, possono nascondere zone d'ombra parecchio inquietanti: come dicevo prima una delle caratteristiche è il lieto fine ad ogni costo. Cosa succede quando l'innocente si trova di fronte ad un problema? Nella migliore delle ipotesi lo ignora ma nelle peggiori...lo elimina.
Se qualcosa turba il suo status quo l'innocente DEVE difendersi da quel qualcosa ed è per questo motivo che, a mio avviso, è il più meschino e pericoloso tra gli archetipi
L'assassino che rientra in questo archetipo  agisce senza premeditazione con armi di fortuna e con il solo scopo di eliminare un problema, una delusione, un turbamento. La sua vittima generalmente è qualcuno in cui ha riposto una gran fiducia, su cui ha fatto affidamento per lungo tempo e che all'improvviso non è più la persona che pensava fosse. Basta un attimo, un momento di defaillance e scatta il trip, ma il suo "Io" votato al lieto fine, alla speranza e alla bontà elimina anche la circostanza negativa che ha fatto uscire l'innocente dai binari. In altre parole rimuove l'omicidio, dimenticandosene per sempre.

L'autrice di Gli scomparsi porta come esempio Norman Bates, protagonista di Psycho... ah sapete che questo personaggio è ispirato ad una persona realmente esistita?
Si tratta di Ed Gein, cresciuto all'ombra di una mamma fanatica religiosa e di un padre dedito all'alcool e alla violenza. La madre ha cresciuto i propri figli nel timore del peccato, condannando le donne, il sesso slegato dalla procreazione e inculcando nelle teste dei suoi ragazzi l'immoralità del mondo. Alla morte del padre, il fratello di Ed ha cercato di allontanarsi dagli insegnamenti della madre, rifiutando categoricamente il suo punto di vista: Henry Gein morì in un incendio in circostanze misteriose.
Ed Gein fu autore di numerosi altri assassini  e le sue vittime principali erano donne, considerate dalla madre prostitute mandate dal diavolo e come tali idonee a minare la possibilità per l'umanità di essere buona. (fonte: Wikipedia)

Beh... che dire... avevo studiato qualcosa sulle personalità nel misero esame di criminologia che ho dato per la laurea in giurisprudenza, ma non così approfonditamente.
Spero di non avere gli incubi stanotte. 
Come dicevo prima, penso che questo sia uno degli archetipi più meschini tra quelli che verranno analizzati nel corso del blogtour, insieme, forse, al saggio.
Voi che ne pensate?