giovedì 6 agosto 2020

BLOGTOUR: Gli scomparsi di Alessia Tripaldi




Buongiorno a tutti lettori!
Buon BLOGTOUR dedicato a GLI SCOMPARSI di Alessia Tripaldi!

Della trama e di cosa ne penso ve ne parlerò prossimamente, quindi... stay tuned!
Oggi, invece, ci occupiamo di un aspetto particolare della criminologia che è il tema di fondo del libro di Alessia Tripaldi: gli archetipi. Si tratta di figure modello con caratteristiche e aspetti caratteriali che identificano al loro interno una determinata categoria di soggetti. 
Nel corso del blogtour ognuno di noi partecipanti vi parla di un archetipo. Io ho scelto l'innocente, sperando in una figura meno cruenta delle altre... ci avrò preso? Continuate a leggere per scoprirlo.

L'INNOCENTE
All'interno di questa categoria o, per usare la terminologia tecnica, archetipo, rientrano tutti quei soggetti che potremmo definire un po' dei bambinoni: si tratta di persone che non sono mai veramente cresciute, che vivono una vita semplice, fatta di schemi e di routine che per loro rappresentano il mondo perfetto e felice. "Controllo" è la loro parola d'ordine.
L'innocente è un soggetto che crede nel lieto fine ad ogni costo, per cui è "sempre Natale" "tutti hanno del buono da qualche parte nel loro cuore". La meraviglia e lo stupore caratterizzano questa categoria. Avete presente la casalinga perfetta? Ecco!

Esempio lampante di soggetto che rientra in questo archetipo è Forrest Gump: Forrest vede il buono in ogni situazione e non perde mai la speranza in un futuro migliore (fonte: Anna Bassano: L'achetipo dell'innocente).
Una bella figura, direte voi!
Tuttavia questi connotati, se portati alle estreme conseguenze, possono nascondere zone d'ombra parecchio inquietanti: come dicevo prima una delle caratteristiche è il lieto fine ad ogni costo. Cosa succede quando l'innocente si trova di fronte ad un problema? Nella migliore delle ipotesi lo ignora ma nelle peggiori...lo elimina.
Se qualcosa turba il suo status quo l'innocente DEVE difendersi da quel qualcosa ed è per questo motivo che, a mio avviso, è il più meschino e pericoloso tra gli archetipi
L'assassino che rientra in questo archetipo  agisce senza premeditazione con armi di fortuna e con il solo scopo di eliminare un problema, una delusione, un turbamento. La sua vittima generalmente è qualcuno in cui ha riposto una gran fiducia, su cui ha fatto affidamento per lungo tempo e che all'improvviso non è più la persona che pensava fosse. Basta un attimo, un momento di defaillance e scatta il trip, ma il suo "Io" votato al lieto fine, alla speranza e alla bontà elimina anche la circostanza negativa che ha fatto uscire l'innocente dai binari. In altre parole rimuove l'omicidio, dimenticandosene per sempre.

L'autrice di Gli scomparsi porta come esempio Norman Bates, protagonista di Psycho... ah sapete che questo personaggio è ispirato ad una persona realmente esistita?
Si tratta di Ed Gein, cresciuto all'ombra di una mamma fanatica religiosa e di un padre dedito all'alcool e alla violenza. La madre ha cresciuto i propri figli nel timore del peccato, condannando le donne, il sesso slegato dalla procreazione e inculcando nelle teste dei suoi ragazzi l'immoralità del mondo. Alla morte del padre, il fratello di Ed ha cercato di allontanarsi dagli insegnamenti della madre, rifiutando categoricamente il suo punto di vista: Henry Gein morì in un incendio in circostanze misteriose.
Ed Gein fu autore di numerosi altri assassini  e le sue vittime principali erano donne, considerate dalla madre prostitute mandate dal diavolo e come tali idonee a minare la possibilità per l'umanità di essere buona. (fonte: Wikipedia)

Beh... che dire... avevo studiato qualcosa sulle personalità nel misero esame di criminologia che ho dato per la laurea in giurisprudenza, ma non così approfonditamente.
Spero di non avere gli incubi stanotte. 
Come dicevo prima, penso che questo sia uno degli archetipi più meschini tra quelli che verranno analizzati nel corso del blogtour, insieme, forse, al saggio.
Voi che ne pensate?


  

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