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lunedì 16 giugno 2014

Recensione in Anteprima: LO SBAGLIO PIù BELLO DELLA MIA VITA di Katie Cotugno

Buon lunedì a tutti,
Innanzitutto...raccontatemi come è andato il vostro weekend? Avete visto la partita? In queste occasioni mi trasformo in una tifosa sfegatata, potrei anche recitarvi a memoria la formazione di sabato scorso....ahahah no, no ora non esageriamo, però la nazionale mi emoziona ed elettrizza sempre...

Ah, volevo anche dirvi: avete notato l'header? Quello che avevo prima, con il sole gigante e sorridente, non mi piaceva più. In realtà ho avuto anche una mezza crisi da grafica e l'avevo rivoluzionata tutta, per poi decidere che questa estiva mi piaceva di più e quindi ho smontato la nuova e rimesso questa, cambiando solo il font dell'header e sostituendo il sole con quella farfallina. Che ve ne pare?

Passando ad altro, oggi voglio parlarvi di un libro che avevo richiesto non appena ricevuta la news letter di giugno di Sperling & Kupfer. Non avevo ricevuto risposta, nemmeno un segnale che la mail di richiesta fosse stata letta e quindi non mi aspettavo proprio niente...e invece.....venerdì torno a casa e lo trovo lì sul mio letto che aspetta di essere scartato. Ho dovuto leggerlo subito.

SEMBRAVA IL SUO ERRORE PIU' GRANDE. ERA IL SUO GRANDE AMORE.



Titolo: Lo sbaglio più bello della mia vita
Autore: Katie Cotugno
Casa editrice: Sperling&Kupfer
Pagine: 278
Prezzo: 15,90 €

IN LIBRERIA DAL 24 GIUGNO 2014

Trama: Questa è una storia d’amore. Ma non è la favola del primo bacio. O del colpo di fulmine che aggiusta tutto. Parla di Reena, che da sempre è innamorata di Sawyer e pagherebbe per un suo sguardo. E parla di Sawyer, che un giorno all’improvviso si accorge di lei e la trascina in una storia tormentata, e un altro giorno all’improvviso se ne va, lasciandola sola con i suoi sedici anni, i suoi sogni infranti e una bambina in arrivo. Poi, dopo tre anni, eccolo di ritorno. Come se il cuore di Reena fosse un giocattolo da smontare e rimontare. Come se per imparare ad amare fosse necessario farsi del male. Sbagliare e riprovare. Come se Reena e Sawyer stessero vivendo una vera storia d’amore.


Dopo una serie di sfortunatissime letture, finalmente una storia bella, che mi ha coinvolta ed emozionata.
Ho letto questo libro in un paio di giorni, complice il weekend piovoso.
Reena (Serena) è una ragazza di appena diciott'anni che ci racconta la storia di come sedicenne si sia innamorata di un ragazzo difficile.Tutto è bellissimo quando hai sedici anni e sei innamorata: le feste, le farfalle nello stomaco, i progetti per il futuro...e quel ragazzo che sembra che non si accorga mai di te e invece no. Sawyer e Reena passano le serate insieme, lavorando al ristorante di famiglia, tra una discussione e l'altra, un po' di gelosia, un litigio e poi di nuovo è pace fatta. Ma Reena scoprirà ben presto che pur amando Sawyer alla follia, lui non è il ragazzo che aveva immaginato. Tuttavia tra alti e bassi il rapporto tra i due cresce sempre di più, fino a quando Reena deciderà che basta: non ce la fa più a stare con quel ragazzo che le mente, le nasconde le cose e fa di tutto per farsi del male. Al momento in cui la protagonista ci racconta della sua storia con Sawyer, tutto ciò che rimane di quel periodo è un frugoletto di due anni, che si agita in braccio alla madre e che gattona qua e la. Reena ha rinunciatio a tutti i suoi sogni e ai suoi progetti per la figlia mentre Sawyer, ignaro di tutto, manca da casa da tempo e nessuno sa dove sia.
La Cotugno ci mette a parte di questa storia magnifica facendola raccontare da Serena e alternando un capitolo in cui la ragazza racconta il suo passato ad un capitolo in cui ci fa conoscere cosa accade nel presente.
Reena e Sawyer sono due personaggi estremamente differenti eppure simili: la prima forte e determinata, pronta a sfidare la famiglia cattolicissima per la sua bambina; Sawyer più debole, che si arrende al fascino dell'alcool e della droga, ma che torna "pulito", pentito e disposto a tutto per ottenere il perdono della ragazza che ha sempre amato e della figlia che imparerà ad amare.
Ok, raccontato così sembra un polpettone di quelli proprio pesanti, ma in realtà no. Come vi dicevo prima, l'ho letto in un paio di giorni: lo stile della Cotugno è molto semplice e fluido; l'autrice, inoltre, è bravissima a non far confondere il lettore nell'alternanza di presente e passato.
Anche i personaggi secondari, a cui viene seppur dato poco spazio, sono ben delineati e ogni sfaccettatura del loro carattere viene percepito dal lettore: l'autorevolezza di Lydia, la delusione del padre di Reena, la dolcezza di Soledad, la fedeltà di Shelby.
Finalmente! La mia sfortuna libresca pare sia andata a torturare qualcun altro, perchè io mi sono proprio goduta questo libro e mi è piaciuto soprattutto il modo in cui la Cotugno racconta gli eventi, alcuni anche tragici, senza renderli eccessivamente pesanti. In realtà ho amato anche la sua abilità nel creare due protagonisti così veri da attraversare le pagine. Lo sbaglio più bello della mia vita è davvero un buon libro. Non ho potuto staccarmi dalle sue pagine fino a che non l'ho finito. 
Leggetelo.

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Bene, spero proprio di avervi convinto. Qualcuno ha già avuto la possibilità di leggerlo come me? Lo prenderete? Fatemelo sapere nei commenti.

Ah! Che scema! Quasi dimenticavo. Nella quarta di copertina è riportata la citazione del Library Journal secondo cui  "Se avete amato uno splendido disastro, adorerete questo romanzo"...beh no, proprio no. Non c'è paragone tra i due libri. Si tratta proprio di due storie completamente diverse, quindi se NON avete amato Uno splendido disastro...non fatevi frenare da questa affermazione.


mercoledì 6 marzo 2013

Anteprima: La bambina senza cuore di Emanuela Valentini

Vi propongo un'altra anteprima. Dal 25 marzo sarà disponibile il titolo di esordio di Speechless Books, un contenitore culturale promosso da Speechless magazine. La bambina senza cuore è una fiaba dark da ascoltare oltre che da leggere: grazie al nuovo formato epub3, sviluppato da Annalisa Guerisoli, il testo sarà inframezzato da illustrazioni e video musicali in modo da garantire al lettore un'esperienza unica.


Una cittadina costellata di misteri.
Un'anima intrappolata tra la vita e la morte.
Una maledizione che deve essere spezzata.



Titolo: La bambina senza cuore
Autore: Emanuela Valentini
Editore: Speechless Books
Versione: Digitale (pdf, epub, mobi, epub3)
Sito ufficiale: www.labambinasenzacuore.it 
Pagine: 300 ca.
Euro: 0,00


Trama: Whisperwood, 1890. Lola, dodici anni, si risveglia nella buca di neve in cui è stata sepolta. Non ricorda nulla. Sul suo petto una ferita aperta, testimone di un gesto efferato.
Whisperwood, 1990. La vita di Nathan, quattordici anni, cambia la sera in cui decide di infrangere il coprifuoco che vige a Whisperwood. L'incontro con Lola, la pallida fanciulla che abita in un cimitero in rovina con un angelo di marmo, un gargoyle e un poeta dall'animo inquieto, sconvolgerà la sua esistenza per sempre. Un viaggio a ritroso nelle pieghe del tempo. Un'antica maledizione. Un tortuoso percorso verso la verità.
Romanzo d'esordio della collana Speechless Books, La bambina senza cuore di Emanuela Valentini segna l'affacciarsi nel panorama della narrativa fantastica di un progetto multimediale nato per essere ascoltato oltre che letto, impreziosito dalle illustrazioni di Giampiero Wallnofer, dalla grafica di Petra Zari e dalla voce di Cristina Caparrelli.

L'autrice: Emanuela Valentini vive e lavora a Roma, ma è Londra la città dove il suo cuore si sente a casa. Adora i classici della letteratura ottocentesca per lo stile inimitabile e i temi trattati, ma legge di tutto. Crede nel potere educativo e curativo dei libri, delle parole. Scrivere, per lei, è essenziale come il respiro e lo è sempre stato. Autrice di strane storie, ha un paio di romanzi weird nel cassetto, insieme a un'enorme opera di natura indefinibile di cui preferisce non parlare prima di averci messo pesantemente mano. Il 7 marzo 2013 vedrà la luce della pubblicazione, con il marchio Il Libraio di GeMS, l’opera giunta tra i trenta finalisti del Torneo Letterario IoScrittore 2012, titolo provvisorio Ophelia e le Officine del Tempo.
Il suo racconto Cronache di un mercante di stelle comparirà in un'antologia di prossima uscita per GDS Editore. La bambina senza cuore è una vecchia fiaba, riscritta e curata, amata tanto da cucirle intorno un abito di lucente splendore.




Prologo
O, Vento
Se l'inverno incombe, può la Primavera essere lontana?

Percy B. Shelley
Whisperwood, 16 febbraio 1890
Nella luce cupa del pomeriggio l’elegante landau avanzava scricchiolando sul sentiero ghiacciato. Le due capote a mantici apribili erano tirate all’indietro. Dentro l’abitacolo, adagiata sulla tappezzeria di velluto, c’era la bara. Tra le poche persone che seguivano il cocchio a piedi, nessuno alzava lo sguardo da terra; le gambe procedevano lente e a fatica, i corpi rabbrividivano tra i castelli di brina del bosco.
Il feretro, se così poteva essere definito, non aveva la forma classica dei cofani funebri. Non era decorato da fregi e ricami, non era intagliato, non possedeva maniglie di ottone, simboli religiosi, ribattini di bronzo. Era una semplice scatola, realizzata in fretta da Rufus, il vecchio falegname, con tavole di castagno profumate.
La radura davanti al lago era immacolata: solo i cespugli di biancospino spezzavano la sua compattezza come magre mani protese al cielo. I due cavalli neri rallentarono sotto gli ultimi alberi del bosco. A quel punto il cocchiere tirò il freno anteriore, scese e sganciò i gradini pieghevoli della scaletta d’accesso. Il sentiero che univa la terraferma all’isolotto – sede del vecchio cimitero – era impraticabile fino al ponte di pietra.
Aiutandosi con un badile, un vecchio aprì un passaggio nella neve; dietro di lui avanzavano due uomini con il piccolo feretro sulle spalle, seguiti dalle donne chiuse negli scialli neri. Emily, la sarta, e la sua bambina chiudevano il corteo. La mantella rossa della donna spiccava come una macchia di sangue nel candore della neve. Sul bel viso si rincorrevano i segni di un lungo pianto.
Il Pastore non c’era. Si era rifiutato di accompagnare le spoglie al cimitero, poiché la bambina non aveva ricevuto il battesimo. Quella creatura non avrebbe beneficiato di benedizioni e sarebbe stata sepolta nel cimitero dei non battezzati, dei suicidi e delle streghe. L’assassinio, efferato secondo i due testimoni del ritrovamento, era avvenuto in circostanze misteriose. Due persone erano scomparse la stessa notte: la giovane mamma della vittima, Fioranna, e Robert Morris, sindaco in carica a Whisperwood, il cui unico figlio, Frankye, era sprofondato nella più cupa disperazione.
Il vento fece stridere i rami degli alberi. La cassa fu posata sulla terra dura, accanto a un vecchio mausoleo dalla porta sfondata, tra due guardiani di pietra. Senza troppe cerimonie si cominciò a scavare. Il gargoyle a destra della cassa fissava il lago immobile, l’altro era senza testa e sul largo collo si posavano i corvi. Emily e sua figlia restavano discoste, le dita intrecciate.
«Mamma» sussurrò la bimba dagli occhi come l’oceano d'inverno. Nella mano aperta aveva un mucchietto di fiori rossi che il vento sparpagliò sulla neve.
Emily scosse la testa con un brivido. «No amor mio, non ora» rispose, ma la manina era già colma di nuovo, e questa volta i fiori erano viola e azzurri. «Non ora.» Emily chiuse la piccola mano nella sua, e i fiorellini si sciolsero nel vento.
«Canta, allora», la esortò la bimba, «canta per lei.» Con il dito indicò la bara. La madre le carezzò la testa, poi fece vibrare la sua bella voce al di sopra del picchettare, del rumore dei badili e anche del vento.
«Aspro vento che gemi un dolore troppo triste per essere cantato.» Invitati dalla voce della donna, i pochi presenti si approssimarono al feretro; qualcuno aveva portato candele e fiammiferi svedesi, e così anche una luce tremante venne a salutare l’innocente uccisa. «Vento selvaggio dalle cupe nuvole, che tutta la notte risuonano a morto.»
Qualcuno pianse in silenzio mentre la lapide veniva fissata al suolo. Scese la pioggia, dura e fredda, a inzuppare le vesti e le anime.
Adelaide, moglie di uno dei boscaioli che avevano trovato la bambina, si rivolse sottovoce alla sorella, Hanna. «Chi può avere fatto una cosa simile a un’innocente?»
«Chiunque sia stato ha compiuto un atto della peggior specie. E che bell’esempio, il nostro Pastore: ignorare l’anima di questa piccola e negarle una preghiera» rispose.
Hanna scrutò attorno, nervosa. Il lago pareva la superficie di uno specchio annerito dal tempo.
«Fioranna è sparita», osservò ancora Adelaide gettando uno sguardo timoroso all’angelo di pietra custode del cimitero, «e mio marito mi ha detto che la ragazzina è stata ritrovata senza…»
«Taci!», sibilò Hanna, «i Buoni Vicini possono avere rapito Fioranna e il sindaco, ma non si sarebbero mai macchiati di un gesto tanto riprovevole.»
Adelaide guardò la sorella con disapprovazione e finalmente tacquero. In quel momento un grido spaventoso risuonò gelando l’aria. Un volatile enorme, lunghe penne lucide di pioggia, planava sul bosco, tanto basso da sfiorare le cime degli alberi. Il suo richiamo evocava un atroce dolore, come se gli stessero strappando le viscere dal corpo.
«L’anima della bambina torna a cercare vendetta!» strillò Hanna. Gli uomini che la udirono smisero di scavare. Lei e sua sorella si allontanarono scivolando giù per il sentiero, seguite da alcuni altri. L’uccello scomparve tra gli scrosci di pioggia. Altre persone silenziose abbandonarono la collina, il cimitero e la bambina uccisa.
«Triste bufera di lacrime inutili, nude foreste dai rami protesi», Emily non interruppe il canto, «grotte profonde e tetro mare.» Accanto a lei, Rosie Maud non tremava e non piangeva: soltanto la ascoltava cantare. Un tuono squassò l’aria inasprendo le raffiche di vento. «Gemete!», urlò la donna in lacrime, «per tutto il male del mondo.»
La buca, forse, sarebbe stata sufficiente a ospitare il cofano funebre, ma non c’era più nessuno sull’isolotto per completare la sepoltura, a parte lei e sua figlia.
«Mamma», disse, «ci hanno lasciate sole.»
«Questo è quello che può sembrare, Maud», sussurrò Emily accarezzandole la guancia liscia e bianca, «ma noi non siamo sole. Non lo saremo mai.»
«Papà tornerà?» gli occhi della bambina erano umidi, adesso.
«Sì» mentì. Le due si strinsero mentre il volatile che roteava sul bosco ripeteva il suo richiamo, in preda a una furia senza nome. 
«Non avere mai paura di quello che è diverso da te, Maud.»
La baciò e le asciugò una lacrima. Rimasero accanto alla bara fino a che il gelo non vinse. La buca come una bocca aperta inghiottiva la neve. Quando a fatica si rimisero in movimento, la pioggia aveva lasciato il posto a una nuova nevicata.
«Non la copriamo, mamma?»
«No, Maud. La coprirà la neve.»
Emily raccolse da terra la piccola fotografia annerita che ritraeva la bambina deceduta, lasciata cadere da chi era fuggito.
«Mio caro amore, ora non c’è nessuno. Puoi fare una magia, qui?»
Rosie Maud premette la fotografia sulla pietra. Quando ritrasse la mano, la foto era tutt’uno con la lapide, pareva quasi fosse stata dipinta.

Che ve ne pare?