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giovedì 14 luglio 2016

THE QUEEN OF THE TEARLING di Erika Johansen

Buon pomeriggio a tutti!
Oggi vi parlo di un libro che ha fatto molto parlare di sè: tantissimi lo hanno amato, molti altri hanno espresso un'opinione negativa.
Io, intanto, mi scuso con la CE che mi ha inviato la copia un sacco di tempo fa, ma ho avuto diverse difficoltà ad affrontare l'intera lettura e il risultato è la recensione che segue.
Ma procediamo con ordine.


Titolo: The queen of the Tearling
Autore: Erika Johansen
Casa editrice: Multiplayer Edizioni
Pagine: 434
Prezzo: € 16,15


Trama: Il giorno del suo diciannovesimo compleanno la principessa Kelsea Raleigh Glynn, cresciuta in esilio, intraprende un pericoloso viaggio alla volta del castello in cui è nata per riprendersi il trono che le spetta di diritto. Kelsea è una ragazza determinata che adora leggere e imparare e che somiglia ben poco a sua madre, la fatua e frivola regina Elyssa. Kelsea sarà pure inesperta, ma non è indifesa: al collo porta lo zaffiro di Tearling, un gioiello dagli immensi poteri magici, ed è accompagnata dalla Guardia della Regina, un gruppo scelto di coraggiosi cavalieri guidato dall’enigmatico e fedele Lazarus.
Kelsea avrà bisogno di tutti loro per sopravvivere alla cabala di nemici che cercherà di impedire la sua incoronazione con ogni mezzo, da sicari dai mantelli cremisi a tremendi incantesimi di sangue.
Nonostante il suo sangue reale, Kelsea è ancora una giovane piena di insicurezze, una bambina chiamata a guidare un popolo e un regno dei quali non sa praticamente nulla. Quello che scoprirà nella capitale, però, cambierà tutto, mettendola di fronte a orrori inimmaginabili. Sarà un gesto semplice quanto audace a gettare il regno nel caos, scatenando la vendetta della tirannica sovrana della vicina Mortmesne: la Regina Rossa, una strega posseduta dalla magia oscura. Kelsea dovrà scoprire di chi fidarsi tra i suoi servitori, i nobili di corte e le sue stesse guardie del corpo.
La sua missione per salvare il regno e compiere il suo destino è appena cominciata: Kelsea dovrà affrontare un viaggio alla scoperta di sé stessa e una prova del fuoco che la faranno diventare una leggenda… se solo riuscirà a sopravvivere.

INCIPIT:  Kelsea Glynn sedeva immobile,  guardando i soldati che si avvicinavano alla fattoria.Avanzavano in formazione militare con gli accompagnatori ai lati. Indossavano le uniformi grigie della guardia reale dei Tearling. I mantelli ondeggiavano, rivelando armi di pregevole fattura: spade e pugnali corti, tutti in acciaio del Mortmesne. Uno di loro portava addirittura una mazza: Kelsea ne vedeva la testa chiodata spuntare dalla sella Quel cupo incedere verso la casa rendeva chiaro un fatto: non avrebbero voluto essere là.


RECENSIONE
Che dire di questo romanzo? Da dove iniziare? 
Dal fatto che è piaciuto a tutti ma a me non ha fatto impazzire. So, addirittura, di una Emma Watson entusiasta e che non vede l'ora di interpretare la regina dei Tearling, ma a me questo primo volume mi ha annoiato un sacco e quasi fino alla fine.
Tralasciamo il fatto che si tratta di un libro magnifico, con delle illustrazioni fantastiche e una cover da tenere in esposizione, perché, sì, l'occhio vuole la sua parte, ma ovviamente non è tutto.
Il romanzo della Johansen è lungo a non finire, è prolisso e troppo, troppo descrittivo. Prova ne è che ci ho messo un anno a finirlo. Un anno.
Non capisco, davvero, come possa esserci intorno a The queen of the Tearling tutto questo entusiasmo.
Kelsea è la figlia della regina, tenuta nascosta da ogni pericolo e cresciuta per diventare una regnante quando fosse finalmente giunto il momento. Il Tearling è un regno povero, che sta andando in malora a causa di governi sbagliati e di alleanze mal strette. Ma Kelsea è pronta a cambiare le cose da un giorno all'altro anche se questo significa portare il proprio regno alla guerra con la terribile, fortissima e crudele potenza del Mortmesne, governato dalla sua perfida e avida, non che magica, regina.
Erika Johansen ha ambientato il suo romanzo in un'epoca successiva alla nostra: tecnologia, avanguardia, comodità ed elettronica sono state spazzate via dal cosiddetto Passaggio. Il mondo di Kelsea è fortemente medievale: ci sono, infatti, cavalieri, armature, poveri, tanti poveri e pochissimi ricchi. La cultura è appannaggio dei soli che se la possono permettere, per non parlare della scienza e della medicina. 
Tutto è descritto nel minimo dettaglio. Il lettore sa persino di che colore sono i mattoni della capanna in cui ha abitato Kelsea prima di diventare regina e, tuttavia, l'abilità descrittiva dell'autrice fallisce quando si tratta dei suoi personaggi. Non sono riuscita ad inquadrare nessuno di loro e nemmeno ad entrare in sintonia con la protagonista, che ho odiato sin dal primo momento.
Ho trovato tutti i personaggi di questa storia piatti e poco caratterizzati e questa è una cosa che mi infastidicsce molto.
Quanto allo stile, le eccessive descrizioni non fanno che rallentare continuamente la storia e, infatti, fino alle ultime dieci pagine non succede praticamente nulla. L'azione è concentrata nel finale: intenso e veloce ma soprattutto liquidato con uno svenimento della protagonista per il troppo potere utilizzato.
Per me, questo libro è stata una grandissima delusione, tuttavia non posso credere che ad altri sia piaciuto così tanto, per cui mi sono detta che sono io. Ora sto leggendo il secondo volume, che si sta rivelando essere un pochino più accattivante....vi farò sapere.

Che ne pensate? 
Lo avete letto? 
Vi è piaciuto?

SERIE THE QUEEN OF THE TERLING
1# The Queen of the Tearling
2# The inasion of the Tearling
3# The fate of the Tearling
Rosy

martedì 8 marzo 2016

GALA COX. IL MISTERO DEI VIAGGI NEL TEMPO di Raffaela Fenoglio

Buon martedì lettori,
come va? Oggi è una giornata cupa e ghiacciata, c'è un freddo che nemmeno a gennaio. Sabato c'è stata una mega tempesta di neve con fiocchi grossi e sofficiosi e tuoni e lampi. Sembrava pieno inverno invece che i primi giorni di marzo. Risultato? Tutta la neve che è caduta quel giorno è completamente ghiacciata e si scivola dappertutto.
Comuuuunque, tempo strano a parte, oggi vi parlo di un libro che ho da talmente tanto tempo che mi vergogno di averlo finito solo ora. Infatti, colgo l'occasione per chiedere scusa all'autrice, che mi ha inviato una copia, per averla fatta aspettare così tanto.



Titolo: Gala Cox. Il mistero dei viaggi nel tempo
Autore: Raffaella Fenoglio
Casa editrice: Fanicci editore
Pagine: 496
Prezzo: € 14,90
 
E MEZZO
Trama: Gala Cox Gloucestershire ha quindici anni e frequenta il liceo artistico. Ha un carattere indeciso, un’intelligenza fuori dal comune e la passione per le materie tecniche. E non sta affrontando un bel momento: ha appena perso la sua migliore amica, Nadia, in un terribile incidente dai risvolti misteriosi e il suo amatissimo papà se n’è andato di casa senza una ragione apparente. Ora Gala vive con la mamma Orietta, medium scostante e autoritaria, e alcuni spiriti vaganti tra i quali l’indiano Matunaaga e la monaca benedettina Ildegarda di Bingen. Gala crede di sapere tutto sull’aldilà, fino a quando non inizia a frugare nello studio del padre alla ricerca di una traccia che le permetta di ritrovarlo. Qui, una scoperta casuale le aprirà le porte di un mondo prima sconosciuto, catapultandola in una realtà parallela e pericolosa. In un graduale e inesorabile susseguirsi di avvenimenti e scoperte, Gala vedrà crollare le proprie certezze una ad una. L’amore per le persone a lei care la spingerà a intraprendere una lotta che la renderà una ragazza più forte, molto più di quanto abbia mai potuto immaginare. La storia di un’adolescente quasi normale, che tra appassionanti viaggi nel tempo e dialoghi con gli spiriti, diventa una riflessione sulla vita e su cosa ci attende nel nostro futuro.

INCIPIT: Lanciai il libro di storia nell'armadio. Cadde dal ripiano e si infilò nello scatolone dei vecchi libri appoggiato sul fondo.  Quella scatola era lì da mesi. Non ci avevo più fatto caso. Mi chinai per recuperarlo e scorsi il verde pallido del diario dell'anno precedente. Il cuore mi si fermò per  un attimo. Lo avevo comprato quando amavo la scuola. Era l'estate di due anni prima. Faceva caldo, in cartoleria c'era l'aria condizionata. Mi ero avvicinata ad una catasta di diari colorati: cuccioli, Barbie, Comix, Hello Kitty.... L'odore di inchiostro aleggiava intorno a me come una nuvola.


RECENSIONE

Quando mi è stato proposto di leggere questo libro ero entusiasta. Avevo letto un paio di recensioni positive e poi il tema dei viaggi nel tempo mi ha sempre affascinata, quindi non ci ho pensato su due volte e ho accettato. Ma soprattutto, avete notato che cover fantastica? Dovevo leggere questo libro, dovevo.
Ma non tutto ciò che luccica è oro, purtroppo ho fatto una fatica così immane a portare a termine questa lettura che ci ho messo un'eternità a finirlo e trovavo sempre una scusa per leggere altro. Diverse volte sono stata sul punto di abbandonarlo.
Gala Cox è una ragazzina strepitosa. Una delle protagonisti femminili che mi è piaciuta di più nel corso della mia carriera da lettrice. Gala è intelligente, colta, sa un sacco di cose, è curiosa e non si da mai per vinta. E' una quindicenne che, purtroppo, ha subito due grandi perdite: la morte della migliore amica e la scomparsa del padre. A ciò si aggiunga che la poveretta ha una madre non del tutto presente che fa un lavoro particolare, è una medium, e che la servitù è composta da una serie di spiriti provenienti da diverse epoche storiche che vanno e vengono a loro piacimento.
Gala Cox. Il mistero dei viaggi nel tempo è un libro che poteva offrire tantissimo ai suoi lettori, purtoppo così non è stato. 
Tutta la prima parte del romanzo è lenta e macchinosa. Ho fatto fatica ad entrare nell'ottica dell'autrice, a star dietro al suo modo di scrivere e ho trovato un po' fastidiose tutte le digressioni temporali che l'autrice ha ritenuto di dover utilizzare per presentare la protagonista e il suo mondo. La seconda parte del libro, invece, è velocissima, ricca di eventi e.....precipitosa.
Proprio questo contrasto tra le due parti mi ha fatto storcere il naso. Credo di aver impiegato circa un anno a leggere la prima e un giorno la seconda. La Fenoglio ci offre un sacco di informazioni, troppe, che allungano il brodo e che rallentano tantissimo il ritmo della lettura per poi precipitarsi verso il finale in modo affrettato (appunto) e sbrigativo.
L'autrice ha messo troppa carne al fuoco che non ha saputo gestire: Gala Cox è circondata da tantissimi personaggi, alcuni dei quali scompaiono improvvisamente nel corso della storia; nelle prime 400 pagine la protagonista affronta un sacco di contrattempi, ostacoli e misteri che si risolvono in una manciata di pagine alla fine del libro. Non ho capito tutto questa fretta nel concludere una storia che poteva dare tanto. Senza contare che diverse questioni restano in sospeso e la conclusione non dà al lettore tutte le risposte che cerca.
Se devo essere sincera penso che questo romanzo avesse un grande potenziale che poteva essere sfruttato decisamente meglio considerando l'enorme bagaglio culturale dell'autrice che, innegabilmente, traspare dalla lettura. Il tema, la protagonista e l'ambientazione, tutte le idee della Fenoglio avrebbero potuto rendere questo romanzo un capolavoro. Purtroppo così non è stato.
Gala Cox. Il mistero dei viaggi nel tempo si è rivelata essere un'occasione mancata.

Per me è sempre un dramma scrivere una recensione negativa, soprattutto quando riesco a percepire il potenziale di ciò che sto leggendo. Mi spiace un sacco ma se avessi scritto una recensione positiva per non fare torto ad un'autrice gentilissima che mi ha inviato il suo lavoro, avrei fatto un torto ancora più grave ai miei lettori. Non sono abituata a dire ciò che non penso. 

Che ne pensate?
Chi di voi lo ha letto?
Rosy


Questa recensione partecipa alla Fantasy Reading Challenge 2016 di Franci per la categoria "un libro in cui si viaggia nel tempo"

venerdì 19 febbraio 2016

VERTIGINE di Sophie Jomain

Buon pomeriggio di sole a tutti!
Come vi avevo annunciato nel post proprio sotto questo, devo parlarvi di un sacco di libri che ho letto nel'ultimo periodo. Ne ho accumulati un po' perché sono stata colta da pigrizia acuta.
Il libro di cui voglio parlarvi oggi è Vertigine, primo volume della serie Le stelle di Noss Head.
Devo ammettere che ho iniziato la lettura con un sacco di entusiasmo. Non so perchè avessi aspettative così alte su questo libro, forse per l'alta valutazione su goodreads? Boh, non saprei con esattezza...sta di fatto che la lettura non è stata proprio come me l'aspettavo.



Titolo: Vertigine
Autore: Sophie Jomain
Casa editrice: Fazi
Pagine: 300
Prezzo: € 13,50

Trama: All’alba dei diciotto anni, Hannah è semplicemente furiosa all’idea di lasciare Parigi per trascorrere un’altra vacanza estiva a Wick, la piccola cittadina a nord della Scozia dove vive la nonna. Per una ragazza della sua età, abituata alla frenesia della metropoli, non esiste posto più noioso. A risollevarle il morale, per fortuna, ci sono le vecchie amicizie ma anche le nuove conoscenze, fra cui il misterioso Leith, dalla bellezza statuaria e dal fascino irresistibile. Non importa se su di lui circolano strane voci: l’attrazione è immediata, reciproca e incontenibile. Per Hannah sembra che stia iniziando la storia d’amore che tutte le ragazze sognano, ma ogni fiaba che si rispetti ha il suo lato oscuro, e quella della giovane si sta per trasformare in un incubo. Fra antichi racconti e creature straordinarie, sullo sfondo del suggestivo paesaggio delle lande scozzesi e delle coste del Mare del Nord, Vertigine coinvolge il lettore in una sto- ria avvincente che soffia sul fuoco del mito, facendo divampare le fiamme della leggenda e della passione. Una trama emozionante unita a una scrittura ipnotica che vibra della scoperta del primo amore sul filo incredibile della magia. Perché le fiabe a volte sono più reali di quanto pensiamo.

RECENSIONE

Parlare di questo libro per me non è semplice. Come dicevo prima avevo delle aspettative piuttosto alte, dovute soprattutto all'ambientazione e alla promessa di una storia mitologica su cui si basano i fatti che vengono raccontati in Vertigine.
Prima di passare agli aspetti che mi hanno fatto storcere il naso è bene dire che la Jomain ha avuto una grande idea quando ha pensato di ambientare la sua storia in Scozia: il paesino di Wick, le isole Orcadi, Iverness (per voi OUTLANDER so già che avete compreso il mio amore per questi posti). La Scozia ha un suo fascino naturalmente magico che rende speciale ogni storia che viene ambientata nei suoi confini. La bellezza dei posti che vengono descritti in Vertigine è palpabile e, devo ammettere, è l'elemento che salva un po' tutto il romanzo.
Hannah è una ragazza di città che ha sempre vissuto a Parigi e che ama trascorrere le vacanze estive dalla nonna in Scozia. A Wick, Hannah si sente a casa ma non è certo il posto per una ragazza che sta per compiere diciotto anni e non è certo il luogo in cui una parigina vorrebbe festeggiare questa data così importante. Suo malgrado si adatta alla situazione, incontra gli amici di sempre e fa la conoscenza di un ragazzo bellissimo e misterioso e musone (manco a dirlo) che le ruberà il cuore al primo sguardo.
Ovviamente dietro la facciata di durezza di Leith si nasconde una storia leggendaria quanto misteriosa e agghiacciante.
Il tutto sembra promettere bene: i primi capitoli filano via con facilità, poichè la Jomain ha uno stile piuttosto semplice e fluido e ci si ritrova quasi a metà lettura senza troppe difficoltà. Il fatto è che in Vertigine tutto e troppo semplice e, invece, l'autrice avrebbe dovuto sfruttare al meglio la mitologia su cui ha deciso di fondare il suo racconto, avrebbe dovuto approfondire i suoi personaggi, rendendoli più veri e, soprattutto, avrebbe dovuto dimenticarsi di aver mai letto Twilight. 
La quarta di copertina ci fa sapere che è dai tempi di Edward che non si leggeva di un personaggio maschile del calibro di Leith: mi sta bene. Infondo, lo schema che assumono tutte le storie di questo tipo ricalca quasi sempre la struttura di Twilight, ma qui le somiglianze sono troppe e sono mal utilizzate. Persino il cattivo è troppo simile all'idea che la Meyer aveva dato del suo vampiro segugio.
Oltre a questi elementi di somiglianza con il romanzo della Meyer quello che mi infastidisce di più è l'aver capito che la Jomain aveva per le mani un potenziale che non ha saputo sfruttare: sarebbe bastato fermarsi un momento, elaborare gli eventi, indagare sui propri personaggi e permettergli di mostrarsi ai suoi lettori come li aveva immaginati, invece Vertigine rimane molto sul superficiale. La Jomain non è riuscita a scavare a fondo  e a far emergere lo spessore di Hannah e di Leith e questo è un vero peccato.
Un peccato che delude ancora di più se si pensa che la base da cui è partita poteva portare ad un grande successo: l'idea utilizzata per creare l'elemento soprannaturale era davvero buona e poteva e doveva essere esaltata di più.
Peccato, lo dirò ancora una volta per essere chiara: peccato.

SERIE LE STELLE DI NOSS HEAD
1# Vertigine
2# Rivalità
3# Accomplissement
4# Origines (prima parte)
5# Origines (seconda parte)

Allora, che ne pensate? 
Lo avete letto o lo leggerete? 
Fatemelo sapere nei commenti!
Rosy

Questa recensione partecipa alla Fantasy Reading Challenge 2016 di Franci

mercoledì 17 febbraio 2016

ANATOMIA DI UN CUORE INNAMORATO di Sara Mengo

Buonasera lettori,
come ve la passate? Io sto diventando stra iper pigra, non so se ve ne siete accorti, vista la mia assenza nella blogosfera, tuttavia ho letto un sacco e devo parlarvi di diversi libri.
Ho deciso di cominciare con Anatomia di un cuore innamorato di Sara Mengo. Questa lettura non era in programma ma la casa editrice me ne ha inviato una copia a sorpresa, quindi.....eccoci qui.


Titolo: Anatomia di un cuore innamorato
Autore: Sara Mengo
Casa editrice: Piemme
Pagine: 294
Prezzo: € 18,50
E MEZZO

Trama: Celeste ha ventisette anni e studia medicina. Peccato che tra lei e la laurea si frappongano ostacoli di non poco conto. Primo fra tutti il desiderio di innamorarsi. Sogna l’uomo perfetto e la storia capace di toglierle il fiato, ma è fatalmente vittima di innamoramenti improvvisi e passeggeri, spesso decisamente fuori luogo. Un giorno il suo ideale di uomo sembra prendere le sembianze di Giorgio Ferranti: medico trentacinquenne, ora gentiluomo d’altri tempi, ora seduttore incallito, ora completamente indifferente ai sentimenti altrui; certamente affetto da una curiosa forma di bipolarismo. La storia d’amore con Giorgio, la malsana infatuazione per la carismatica voce del docente di cardiologia, il primario cinquantenne Fabio Zaffiri, e l’amicizia con quattro compagni di studi, apparentemente “indegni di praticare la professione medica”, condurranno Celeste nel vivo di una brillante commedia romantica, tra lezioni, insolite ubriacature, fughe a Parigi, confondenti autopsie e ferree gerarchie cui sembra inutile anche solo pensare di ribellarsi. Un’altalena costante tra cuore e ragione, fino ad arrivare al lieto fine (anche se, come sempre accade, tutto diverso da quello che si aspettava).

INCIPIT: Quando mi innamorai di lui era già troppo tardi per tornare indietro.Avete presente quegli amori folli? Quelli che logorano nel profondo e non lasciano dormire la notte? Quelli che portano a fantasticare di giorno e costringono a strafogarsi di Nutella per superare lo psico-trauma dell'incertezza di cosa provi l'altro?Ecco, io mi innamorai in quel modo di un uomo che non sapevo se potesse essere mio; eppure decisi ugualmente di lasciarmi cullare dall'eterna speranza che, un giorno, lui mi sarebbe appartenuto. Decisi testardamente di amarlo, che ci fosse o meno la possibilità di un lieto fine.

RECENSIONE
Quando ho letto queste prime righe di Anatomia di un cuore innamorato ho subito pensato: "Piemme mi conosce troppo bene".
Anche voi ormai sapete che sono fan delle storie d'amore, possibili e impossibili. Per cui, dirvi che con questo libro io ci sono andata a nozze sarebbe una banalità.
Purtroppo ho dovuto constatare che questo incipit non è stato altro che uno specchietto per le allodole, quale mi sono sentita io alla fine della lettura.
Anatomia di un cuore innamorato è stata una mezza delusione: infatti, l'autrice tenta di riportare nella sua storia le atmosfere di Grey's Anatomy, i drammi degli studenti di medicina e le loro infatuazioni per i superiori o gli insegnanti. Purtroppo, paragonare un tal personaggio al dott. Stranamore e un altro al dottor Bollore non fa Grey's Anatomy. PER NIENTE.
Oltre al paragone ci vuole altro: una caratterizzazione dei personaggi più profonda, una descrizione degli eventi più dettagliata, un certo sarcasmo nel raccontare gli imprevisti che capitano ai protagonisti, che possono essere anche dei più assurdi se raccontati in modo credibile. Tutti dettagli, questi, che non ho ritrovato nel libro della Mengo.
Celeste è una studentessa di medicina dell'ultimo anno mentre Giorgio è il medico insegnante che dovrebbe aiutarla nella redazione della tesi. A me è parso subito chiaro che tra i due ci fosse qualcosa anche se nè l'uno nè l'altro ancora lo sapevano e l'idea sarebbe stata anche carina se non fosse che Celeste si innamora anche della voce del professore di cardiologia e che una delle sue amiche perde la testa, ricambiata, per un altro medico. Certo tutto è possibile. E' anche possibile che ci scappi il bacio con l'insegnante di cardiologia dalla voce sexy....è possibile, certo, ma a questo punto mi chiedo cosa diamine facciano gli insegnanti di medicina all'università di Trieste....probabilmente perdono tutti la testa per le loro studentesse.
Il vero problema di questo romanzo è che sarebbe stato anche carino, lo avrei classificato tra le letture leggere, un rosa che si sarebbe pure guadagnato le sue tre stelline per una serata di relax, ma il tutto è raccontato in modo poco credibile. Più volte ho alzato gli occhi al cielo per l'assurdità della scena descritta: un esempio su tutti? A quanti di voi è capitato che un vostro insegnante dell'università vi regalasse il suo biglietto aereo per Parigi con tanto di prenotazione in albergo per sistemare la vostra relazione sentimentale che sta andando a rotoli? Ecco, ci siamo capiti.
Purtroppo non mi sento di dare più di due stelline, persino il mio animo romantico ha una dignità. Se lo avete leggetelo con la consapevolezza di ciò a cui andate incontro.
Ad essere onesta, quando ho iniziato a buttar giù la recensione non volevo essere così negativa, ma poi, mano a mano che scorrevo i miei appunti e scrivevo ho notato che, in effetti, non potevo che scrivere quello che ho scritto.

Allora, chi di voi lo ha letto?
Lo farete?
Che ne pensate?
Rosy

giovedì 6 agosto 2015

I MISTERI DI CHALK HILL di Susanne Goga

Buon pomeriggio  a tutti,
eccoci con quella che credo sarà l'ultima recensione prima delle vacanze estive. Sabato parto e mi faccio una bella settimana di mare. Non vedo l'ora. Anche perchè al rientro mi aspetta un luuuuungo tour de force di studio, quindi devo essere stra riposata e stra carica!
Oggi vi parlo di I misteri di Chalk Hill di Susanne Goga ed edito da Giunti.


Titolo: I misteri di Chalk Hill
Autore: Susanne Goga
Casa editrice: Giunti
Pagine: 416
Prezzo: € 12,00


 E MEZZO 

Trama: Con I misteri di Chalk Hill Susanne Goga riesce a fondere due generi letterari, il thriller e il romanzo storico collocando l'intera vicenda sulle colline del Surrey alla fine dell'Ottocento. Quando Charlotte vi approda per la prima volta e si trova davanti alla splendida tenuta di Chalk Hill rimane senza fiato: l’imponente villa, sormontata da una torretta e circondata da alberi secolari, è il luogo più affascinante che abbia mai visto. Qui potrà finalmente iniziare una nuova vita, dopo aver lasciato Berlino a causa di uno scandalo che ha compromesso la sua reputazione di istitutrice. Chiamata a occuparsi della piccola Emily, Charlotte si rende subito conto che una strana atmosfera di mistero aleggia sulla casa: la quiete è quasi irreale, il papà di Emily è gelido e altezzoso, la bambina è tormentata ogni notte da terribili incubi e dice di vedere la madre, scomparsa un anno prima in circostanze misteriose. L’affetto per Emily spinge Charlotte a voler capire cosa stia succedendo a Chalk Hill, ma nessuno dei domestici osa rompere il silenzio imposto dal vedovo sulla morte di Lady Ellen. Solo con l’aiuto dell’affascinante giornalista Thomas Ashdown, Charlotte si avvicina alla verità, una verità sconvolgente, ben sepolta tra il mistero e il romanticismo di quelle antiche mura.

INCIPIT: Quella notte la luna sembrava sbiadita. La donna camminava sul prato ancora umido per la pioggia, sfiorando l'altalena appesa all'olmo per poi scomparire tra gli alberi  che circonavano la casa come guardie silenti.Il vestito strusciava per terra , l'orlo era sporco di fango e i sassolini le pungevano i piedi scalzi, ma lei avanzò incurante, spalancò la porta di ferro che si apriva nel muro di cinta e come un'automa seguì il sentiero inoltrandosi nella foresta.

RECENSIONE
I misteri di Chalk Hill è un romanzo che mi ha colpita da subito, un po' per l'ambientazione storica un po' per l'alone di mistero e sicuramente per il segreto nascosto tra le mura della tenuta di Chalk Hill.
Tuttavia, devo dirvi subito che questo libro poteva e doveva dare molto, ma molto di più.
La trama promette bene e mi ha incuriosita un sacco e i personaggi sono ben caratterizzati, soprattutto Charlotte, la protagonista, e la piccola Emily.
Charlotte si trova da sola in un paese che non è il suo a fare da istitutrice ad una bimba di otto anni che ha perso da poco la madre e che, pare, faccia fatica ad elaborare il lutto.  A tutto ciò si aggiunga che la piccola si sveglia spaventata nel cuore della notte e racconta di aver visto la madre che le ha promesso di venirla a prendere presto.
Potete immaginare la pelle d'oca ad inizio lettura.
Tuttavia, con l'evolversi degli eventi e con lo scorrere delle pagine mi sono accorta che Susanne Goga non ha avuto lo spirito giusto per scrivere un giallo di questa portata e non è stata in grado di costruire quella cappa di suspense e tensione che generalmente accompagna un buon giallo/mistery e che il lettore si aspetta quando legge una trama come quella riportata nella quarta di copertina.
Vi dicevo prima che questo libro poteva dare di più. Infatti, l'autrice è stata fin troppo sul semplice e sul superficiale, avrei preferito che alcuni aspetti fossero maggiormente approfonditi. Ad esempio: tutto ruota intorno alla famiglia Clayworth e al mistero della scomparsa della signora della tenuta. Mi sarebbe piaciuto conoscere più a fondo le vicende che stanno dietro la famiglia presso cui Charlotte lavora, ciò che ha portato al tragico epilogo fino all'arrivo dell'istitutrice. Invece, tutto resta sul vago. Ma non solo: il fatto di aver più o meno intuito dove fosse il nodo della matassa già a metà libro ha inciso profondamente sul mio giudizio. Bastava semplicemente approfondire di più, velare la verità di più, creare più suspense, più tensione. Per tutto il corso della lettura ho sentito che mancava qualcosa.
Ma...c'è sempre un ma. Non mi sento di bocciare completamente I misteri di Chalk Hill, perchè la Goga ci ha provato e non ci è riuscita del tutto, ecco. Il suo stile semplice e scorrevole mi ha permesso di arrivare comunque alla fine con una certa rapidità e un pizzico di curiosità, non troppa, quella che basta per non annoiarsi.
Ho trovato l'idea dell'autrice particolare e originale, peccato che non abbai saputo sfruttarne tutto il potenziale. 
In conclusione, piuttosto che definirlo "un romanzo storico pieno di mistero e romanticismo. Atmosfere vittoriane per una storia ambientata nella campagna inglese che unisce brivido e sentimento in un crescendo di suspense e colpi di scena", avrei parlato di un romanzo carino, da leggere sotto l'ombrellone e senza tante pretese.
Tranquilli, non fa paura per niente, e se l'ho letto tutto dovete fidarvi.


Che ne pensate?
 Lo avete letto? 
Avete avuto anche voi le stesse sensazioni che ho avuto io? 

Rosy

martedì 16 giugno 2015

L'ANELLO DEI FAITOREN di Emily Croy Barker

Buon  martedì!
Convalescenza finita e dopo tre settimane di dolce far niente sono tornata in ufficio.
Non so se esserne contenta o meno, sinceramnete mi ero un po' stufata di stare a casa senza far nulla, anche se ho letto un sacco.
Oggi voglio parlarvi di un fantasy che mi è stato proposto da Giunti. Non smetterò mai di ringraziare questa CE per la sua disponibilità verso i suoi Ambassadors!


Titolo: L'anello dei Faitoren
Autore: Emily Croy Barker
Casa editrice: Giunti
Pagine: 617
Prezzo: € 16,00

 E MEZZO
Trama: E se bastassero poche, enigmatiche parole a trasformare una ragazza molto delusa in una creatura dai poteri eccezionali? Nora Fischer non ha mai pensato di possedere doti straordinarie o di essere destinata a grandi cose. Anzi, da quando il fidanzato l’ha lasciata e la speranza di una promettente carriera universitaria è svanita nel nulla, è convinta di valere ben poco. Finché un giorno, dopo una festa in campagna, si imbatte in una vecchia lapide su cui legge alcuni versi dal significato oscuro. Pochi istanti e Nora stenta a riconoscere il luogo in cui si trovava fino a un attimo prima: davanti a lei si staglia un maestoso palazzo circondato da un parco lussureggiante, e una donna vestita di bianco la accoglie con entusiasmo. Nora non sa ancora di trovarsi al cospetto di Ilissa, la potente regina dei Faitoren. Trascinata in un turbinio di feste, passeggiate a cavallo e cene fastose, coperta di splendidi abiti e gioielli, Nora diventa la donna seducente e irresistibile che ha sempre sognato di essere: la compagna ideale per il bellissimo principe Raclin, che la chiede in sposa. Ma qualcosa stride in quell’universo perfetto. Chi sono le creature spaventose che Nora scorge nottetempo? Sta forse impazzendo o qualcosa di terribile si nasconde dietro le lusinghe di Ilissa? E quell’uomo strambo che dice di essere il mago Aruendiel, perché insiste a metterla in guardia dai Faitoren e a volerle insegnare le arti magiche? C’è un pericolosissimo sortilegio da sciogliere, quello dell’anello che Raclin ha messo al dito di Nora. Un romanzo pieno di amore e crudeltà, per adulti e ragazzi, dove la magia è protagonista assoluta. Una storia che ha l’atmosfera della fiaba classica e il passo epico del fantasy contemporaneo.

INCIPIT: Molto tempo dopo, Nora avrebbe imparato l’incantesimo per dissolvere la colla, o per uccidere insetti e altri animali molesti in modo rapido e indolore, o per tenere i topi fuori dalle case, ma quella mattina (la sua ultima mattina normale, avrebbe pensato in seguito) si lasciò prendere dal panico quando vide in cucina il piccolo roditore agitarsi nella colla della trappola davanti al lavello. Alla vista di Nora, il topo, che per un istante si era immobilizzato, cercò di liberarsi, con il solo risultato di incollare un’altra zampetta alla striscia appiccicosa. «Oh, accidenti» si disse. «Non ce la posso fare. Non con tutto quello che sto passando.» In quel momento Nora era più arrabbiata con il suo coinquilino Dane che con l’animale. Quasi sicuramente era stato lui a mettere la trappola, e ovviamente non si era minimamente preoccupato delle conseguenze. Inoltre, se in casa c’era il problema dei topi era tutta colpa sua. Se quella volta Dane fosse stato più attento, Astrophel non gli sarebbe scappato e, invece di attraversare sei corsie di autostrada, il gatto sarebbe stato ancora vivo e perfettamente in grado di tenere lontani i topi. Le sue ceneri ora riposavano in una scatolina di cartone sulla scrivania di Nora, mentre i roditori erano diventati una presenza fissa in casa.

RECENSIONE
Vi dico subito che L'anello dei Faitoren, questo lunghissimo romanzo di 600 e passa pagine, non si legge con facilità ma vi dico anche che nonostante tutto e qualche difetto è riuscito ad incuriosirmi. 
La protagonista, Nora, è una ragazza dei giorni nostri, insoddisfatta della sua carriera universitaria, della sua vita amorosa e di sè in generale, quando si trova a varcare i confini di un cimitero e a diventare la pupilla di una donna bellissima e ricchissima, Ilissa.
In realtà, Nora ha varcato un portale che l'ha portata in un mondo parallelo, un mondo medievale dove la magia fa da padrona.
Dopo alcuni eventi piuttosto sconvolgenti, Nora si accorge che Ilissa non è chi dice di essere e grazie all'aiuto del mago Auriendel, la ragazza riesce a scappare da una maledizione che la soggiogava da mesi.
Diviso in tre parti, L'anello di Faitoren segue le vicende di Nora alle prese con un mondo a lei del tutto estraneo, con le lezioni di magia e con il suo salvatore, burbero e scontroso.
Vi dicevo che leggere questo fantasy non è stato facile perché l'autrice ha preso la via della lentezza,  e soprattutto nella prima parte, spesso mi sono trovata con l'idea stuzzicante di mollare e arrendermi. 
Anche lo stile dell'autrice non ha aiutato: Emily Croy Barker è prolissa, racconta un sacco di cose che non aiutano lo svolgimento della storia e inserisce un sacco di dialoghi che avrebbe potuto risparmiarsi. Senza contare che l'intera vicenda è confusa, disordinata e assurda. 
Tuttavia....c'era qualcosa che mi spingeva ad andare avanti e, infatti, superata tutta la prima parte, le cose iniziano a prendere una piega diversa: oddio, lo stile è sempre quello, i dialoghi pure, ma c'era qualcosa nella storia che mi incuriosiva e che mi spingeva a finire quel libro.
In conclusione, L'anello dei Faitoren ha un sacco di difetti: personaggi non caratterizzati, dialoghi spesso inutili e banali, senza contare che la storia poteva e doveva essere sfruttata meglio, perchè il potenziale c'era tutto. 
Non lo boccio completamente perchè comunque la Croy Barker è riuscita ad insinuare un briciolo di curiosità e anche se ci ho messo più di una settimana per finirlo alla fine ce l'ho fatta. Peccato. Si poteva fare molto di più.
A caldo vi avrei detto che, forse tre stelline piene se le sarebbe pure potute meritare, infatti, appena finito di leggerlo l'ho valutato positivamente su Goodreads e anche su Facebook, se mi seguite, avrete notato che l'ho definito molto carino; tuttavia, scrivendo questa recensione mi sono accorta che i difetti sono tanti e quindi ho aggiustato un po' il tiro.

Che ne pensate?
Chi di voi lo ha letto? 
Fatemi sapere! 
Rosy

giovedì 4 giugno 2015

SPIRE DI FUOCO di Marta Palazzesi

Buon giovedì a tutti,
la mia convalescenza continua ma fortunatamente mi sento un pochino meglio. Il lato positivo è che ho letto quattro libri in quattro giorni, per cui ho un paio di recensioni da postarvi.
Oggi vi parlo di Spire di fuoco, terzo e conclusivo volume della saga La casa dei demoni di Marta Palazzesi.
Sebbene la Palazzesi abbia un modo di scrivere che mi coinvolge al cento per cento, Spire di fuoco mi ha fatto un po' storcere il naso.



Titolo: Spire di fuoco
Autore:Marta Palazzesi
Casa editrice: Giunti
Pagine: 304
Prezzo: € 12,00
 E MEZZO


Trama : «Tu non conosci la paura» si è sentita dire tante volte dopo uno dei suoi gesti avventati. Ma adesso Thea, la giovane cacciatrice di demoni Azura, sa che non è così: la morte improvvisa di qualcuno a lei caro sta facendo vacillare la sua spavalderia. Soprattutto quando, durante una spedizione nel folto dei boschi rumeni, si trova di fronte un nuovo, insidioso nemico: le Vâle Nere, entità malefiche delle foreste. Ma le sfide non sono finite. Rientrata a Palazzo, Thea scopre che il padre Zarmayr se ne è andato senza spiegazioni, ossessionato da una sua personale crociata. Ormai la ragazza può contare soltanto sull’amore di Damian, ancora più forte dopo tante difficoltà. Eppure neanche lui potrà aiutarla quando si ritroverà nella torre nera di Vera Ruja, potentissima regina delle Vâle… Uno scontro all’ultimo sangue per un finale che vi lascerà senza fiato.

INCIPIT: Sarebbe successo quella notte. L’ uomo aveva aperto la cassapanca intagliata ai piedi del letto per estrarne gli abiti rituali. Il ragazzo si era fatto pallido e tremante non appena si era svegliato. Sua madre, la sua bellissima madre, aveva rotto un piatto, tanto era nervosa, e lei non rompeva mai nulla. «Andrò io al posto tuo» disse più tardi il bambino, mentre camminava insieme al ragazzo verso il pozzo. Il sole di mezzogiorno brillava sull’altopiano erboso. Alcune mucche pascolavano pigramente lungo il sentiero, le code a frustare l’aria per scacciare le mosche, le bocche impegnate nell’incessante lavorio. «No.» «Io non ho paura» rincarò il bambino. «Voglio sfidarlo.» «Hai cinque anni.» Il ragazzo rise senza alcuna allegria. «Come puoi pensare di sfidare lui?» «Non è invincibile. Nessuno lo è.» «Non ha importanza. È me che ha scelto.»

RECENSIONE
Spire di fuoco è il capitolo conclusivo della serie La casa dei demoni. Di questa serie si è parlato molto perchè le somiglianze con la famosissima saga di Richelle Mead, Vampire Accademy, sono tante e fortissime. 
Nonostante questo dettaglio, avevo trovato i primi due volumi (Il bacio della morte e Il sogno dell'incubo) coinvolgenti e ben scritti e li avevo consigliati entrambi.
A due anni di distanza dalla pubblicazione dei primi libri, però, mi è parso che la Palazzesi si sia completamente dimenticata dell'idea che aveva imbastito. 
Poco resta della storia di cui abbiamo letto nei primi due capitoli. In Spire di fuoco, innanzitutto, cambiano il protagonista e il tema: non più Thea e il suo amore per Damian, non più lotte politiche interne e Azura. A farla da padrone, in questo ultimo capitolo, è Zarmayr Carzou, padre di Thea. 
La Palazzesi ha puntato tutti i suoi riflettori su questa figura misteriosa, potente e carismatica, lasciando in secondo piano Thea e addirittura nell'ombra Damian e creando un nuovo nemico, le Vale nere, cui poteva per lo meno dare maggior spazio.
Un'altra storia, quindi, completamente sganciata dai primi due volumi, uno spin off se volete, ma non di certo il finale che mi aspettavo per una serie per cui avevo buone aspettative.
In questo ultimo capitolo troviamo una nuova Thea, che a me non è piaciuta: troppo riflessiva, troppo arrendevole per riconoscere in lei il personaggio che tanto avevo amato. Inoltre, i personaggi secondari sono spariti tutti, persino Damian compare solo in qualche scena qua e là, troppo poche per i miei gusti.
Tuttavia, alla Palazzesi va dato atto di saper scrivere in modo molto coinvolgente, e nonostante stessi leggendo una storia che proprio non mi aspettavo, sono arrivata fino in fondo nel giro di poche ore.
Il mio voto così negativo è dovuto essenzialmente allo stravolgimento degli eventi, alla mancanza di continuità con i due libri precedenti e alla scelta di correre veloce verso il finale lasciando un sacco di situazioni in sospeso (una su tutte: come finisce il conflitto tra Damian e Saio?).
Per il resto, ho trovato Spire di fuoco ben scritto, accattivante e coinvolgente. Lo stile fluido e scorrevole portano il lettore fino alla fine, anche se non è il finale che si aspettava.

Serie: La casa dei demoni
3) Spire di fuoco (2015)

Allora, chi di voi ha letto questa serie? La pensate come me? Fatemi sapere!

Rosy

giovedì 6 novembre 2014

Recensione: ALTHEA E OLIVER di Cristina Moracho


Buongiorno a tutti,
quanta pioggia è venuta giù? L'altra notte c'è stato un temporale violentissimo, con i fulmini che rischiaravano a giorno e tuoni fortissimi, degno di un romanzo horror con i fiocchi!

Oggi voglio parlarvi di Althea e Oliver di Cristina Moracho, edito da De Agostini. Ero curiosa di leggerlo, perché per il web ci sono un sacchissimo di recensioni positive. Ma........

Più riguardo a Althea & Oliver

Titolo: Althea e Oliver
Autore: Cristina Moracho
Casa editrice: De Agostini
Pagine: 426
Prezzo: 14,90

Trama: Althea e Oliver si conoscono da sempre e sono amici per la pelle fin dal primo giorno di scuola. Ora, a diciassette anni, la loro amicizia potrebbe trasformarsi in qualcosa di più, e Althea lo sa. Così una sera, dopo una festa e qualche bicchiere di troppo, si abbandona a un bacio appassionato con Oliver. Ma, prima che i due amici abbiano il tempo di chiarirsi le idee, succede una cosa inaspettata: Oliver si ammala e cade in un prolungato stato di semi-coscienza. Disperata, Althea prende una decisione che rischia di compromettere per sempre il suo legame con Oliver...



INCIPIT: <<Preferiresti camminare a piedi nudi sui Lego per un chilometro, oppure farti fare un tatuaggio all'interno della palpebra?>> <<Ma che cavolata!>> Oliver pronuncia le parole con voce impastata di stanchezza.<<E' propio questo il punto. Scegli! Non starci a pensare su troppo.>> Althea sta facendo del suo meglio per tenere sveglio Oliver fino a casa. I finestrini sono abbassati  e la macchina è percossa da rabbiose folate d'aria di marzo che le scompigliano i capelli biondi intorno al viso come un paio d'ali bellicose. La radio trasmette uno stridulo lamento punk - rock. Lei grida oltre la musica, mentre Oliver si sforza di tenere gli occhi aperti, con la testa che gli dondola all'indietro contro il sedile.
Recensione
In questa occasione sarò la classica voce fuori dal coro. Althea e Oliver non mi è piaciuto e mi ha annoiata a morte tanto che ho meditato un paio di volte di lasciarlo al suo destino, ma poi sono miracolosamente giunta alla fine.
Althea e Oliver sono due adolescenti, migliori amici sin da bambini e totalmente dipendenti l'uno dall'altra tanto che nessuno dei due ha mai avuto relazioni con altre persone. I due vivono praticamente in simbiosi tranne che per alcuni periodi più o meno lunghi in cui Oliver cade in un sonno comatoso: il ragazzo, infatti, è affetto da una malattia di cui si sa ancora poco, che spegne completamente il cervello di chi ne soffre per farlo dormire intere settimane.
La storia raccontata da Cristina Moracho è incentrata essenzialmente sul rapporto tra i due protagonisti che vorrebbero che la loro relazione si trasformasse in qualcosa di più ma manca sempre qualcosa. 
Come dicevo prima, mi sono annoiata un sacco a leggere questo libro: non succede nulla, le situazioni non si evolvono, i personaggi non crescono e anche se alla fine sembrerebbe quasi che Althea abbia fatto un percorso di crescita personale, in realtà al lettore non arriva il messaggio, se non perché l'autrice lo dice chiaro e tondo. Io non ho notato nessun cambiamento nei personaggi, nessuna evoluzione sentimentale o psicologica. Inoltre, l'autrice fa fare ad Althea, che è una ragazzina al penultimo anno del liceo, alcune cose che io credo siano davvero assurde. Ok, magari ci sta che possa aver pensato di prendere la macchina e farsi sei ore di viaggio da sola per andare a cercare il suo migliore amico, ci sta un po' meno che lo faccia davvero, ma non ci sta proprio per niente che se la cavi con una semplice strigliata al telefono da parte del padre che scopre che la propria figlia è stata a New York per più di un mese senza soldi, ospite di estranei, quando la credeva dall'altra parte dell'America al sicuro in casa della madre. Ecco, a meno che non si tratti di sovrannaturale, non sopporto proprio di leggere di avvenimenti impossibili o esagerati. A tutto ciò, aggiungiamo uno stile piuttosto lento e monotono e la frittata è fatta.
Infine, non si può nemmeno elogiare l'autrice per il grande sforzo fatto nello studiare la malattia di cui soffre Oliver, perchè nei ringraziamenti dice di averci ricamato molto su.
Ho cercato un po' sul web i pareri di qualcun altro, ma ho notato che è piaciuto a tutti. Beh...a me proprio no.
Aspetto i vostri commenti, sulla mia recensione fuori dal coro.
Lo avete letto?
Come lo avete trovato? 

Rosy