sabato 21 novembre 2020

Review Tour: UNA FESTA DA SOGNO di Karen Swan

 

Buon pomeriggio a tutti!
Come state passando questo weekend?  Da me c'è una bellissima giornata di sole, infatti ho pensato di mettermi sul balcone per scrivere questa recensione.

Oggi vi parlo di quella che mi è apparsa come la  prima lettura natalizia del 2020: Una festa da sogno di Karen Swan, edito da newton Compton, che ringrazio per avermi dato la possibilità di leggerlo in anteprima.


Titolo: Una festa da sogno
Autore: Karen Swan
Casa editrice: Newton Compton
Pagine: 480
Prezzo: € 12,00

VOTO3/5

Trama: Il maestoso castello di Lorne, arroccato sulle scogliere nel sud dell’Irlanda, appartiene alla fa­miglia di Ottie, Pip e Willow da secoli. Nessuno avrebbe po­tuto aspettarsi che, alla morte di Sir Declan, nella spartizione dell’eredità il castello sarebbe stato destinato a Willow, la più piccola. Ottie e Pip sono senza parole: perché proprio a lei? Tre anni prima, infatti, per un motivo che nessuno conosce, Willow ha lasciato la città per trasferirsi a Dublino, giurando che non sarebbe mai più tor­nata. Come se non bastasse, Willow ha intenzione di ven­dere il castello, cosa che rat­trista Ottie e Pip. Per fortuna l’acquirente, Connor Shaye, ha intenzione di convincere le tre sorelle a dare una festa di addio. E, in una notte magica sulla scogliera, persino i segreti più misteriosi possono tornare alla luce. Ottie, Pip e Willow saranno in grado di lasciarsi il passato alle spalle?
Recensione
Una festa da sogno racconta la storia di tre sorelle cresciute in un splendido castello sulle scogliere a sud dell'Irlanda. Crescendo Willow, Pip e Ottie si sono allontanate ma il legame che le unisce è forte, anche se, forse, un po' nascosto dalle incomprensioni.
Quando il padre delle tre, Sir Declan, viene a mancare, le ragazze si trovano di fronte ad un 'eredità immensa, ma difficile da gestire e mantenere e i segreti che ciascuna di esse nasconde non facilitano la situazione.

Ottie è la sorella maggiore, la quale sente fortemente il peso di essere la primogenita e di non essere l'erede maschio a cui tramandare il titolo di Cavaliere, appartenuto per generazioni alla sua famiglia. La donna ha fatto di tutto per cercare l'approvazione del padre che sente di non riuscire mai a raggiungere. Ottie è una donna insoddisfatta, mai contenta di ciò che fa, che ha intrecciato una relazione amorosa con un uomo che non può avere ufficialmente e tutta la sua vita le sembra un fallimento.
Anche Pip, secondogenita, non è soddisfatta della sua vita, ma se la fa andare bene e gestisce con passione le scuderie della proprietà: accompagna le famiglie in escursioni alla scoperta della costa, ma il suo sogno è gestire un allevamento di purosangue. Un sogno difficilmente raggiungibile a causa delle difficoltà economiche in cui l'intera famiglia versa da diverso tempo.
Infine, c'è Willow, la più piccola delle tre, che a causa di un oscuro evento ha lasciato il castello di Lorne alla volta di Dublino, girando le spalle alla tenuta e alla famiglia.
La morte del padre sconvolgerà notevolmente la vita delle tre sorelle, che si troveranno improvvisamente a fare i conti con la realtà delle loro insoddisfazioni.

Una festa da sogno è un romanzo corale e molto suggestivo. Il merito è in gran parte dell'ambientazione: le scogliere dell'Irlanda e un castello centenario fanno da sfondo alla storia. L'autrice ha reso vividamente i luoghi in cui le vicende si svolgono e questo è uno dei motivi per cui, in fin dei conti, il romanzo mi è piaciuto. 
Il secondo motivo è rappresentato dallo stile: sebbene il narratore divida il racconto, concentrando la sua attenzione ora su una sorella ora sull'altra, la lettura resta fluida e scorrevole e l'alternarsi dei punti di vista non spezza il filo del discorso, incuriosendo sempre di più il lettore e regalandogli più dettagli possibili sull'intera storia.

Devo avvertirvi. La cover mi ha traviata non poco: mi aspettavo di leggere un libro natalizio, in realtà il Natale appare, sullo sfondo, solo alla fine della storia, per cui non mi sento proprio di dire che Una festa da sogno sia una lettura natalizia. Potremmo definirla pre-natalizia, forse?
Vi consiglio questo romanzo perché è molto leggero, piacevole e carino, adatto per un weekend di coccole, the e copertina
R.

martedì 13 ottobre 2020

Review Party: THUNDERHEAD di Neal Shusterman

 Buonasera lettori,

oggi pomeriggio pieno, infatti QUI trovate la mia recensione per il Review Party dedicato a Le diecimila Porte di January, mentre questo articolo è dedicato al Review Party di Thunderhead, secondo volume della serie Arc of a Schyte. QUI trovate la recensione del primo volume.


Titolo: Thunderhead
Autore: Neal Shusterman
Casa Editrice: Mondadori
Prezzo: € 19.00

VOTO 3/4

 Trama: È iniziata la stagione della fine. Con un’enorme   frattura che percorre l’Immoto, l’unico continente del   pianeta, da parte a parte, una faglia che sputa tanta cenere   da oscurare il cielo per anni. O secoli. Comincia con la   morte, con un figlio assassinato e una figlia scomparsa.   Comincia con il tradimento e con ferite a lungo sopite   che   tornano a pulsare.
 In un mondo che ha sconfitto fame, guerre e malattie, le   falci decidono chi deve morire. Tutto il resto è gestito dal   Thunderhead, una potentissima intelligenza artificiale che controlla ogni aspetto della vita e della società. Tranne, appunto, la Compagnia delle falci. Dopo il loro comune apprendistato, Citra Terranova e Rowan Damisch si sono fatti idee opposte sulla Compagnia e hanno intrapreso strade divergenti. Da ormai un anno Rowan si è ribellato ed è fuggito, diventando una vera leggenda: Maestro Lucifero, un vigilante che mette fine alle esistenze delle falci corrotte, indegne di occupare la loro posizione di privilegio. Di lui si sussurra in tutto il continente. Ormai divenuta Madame Anastasia, Citra è una falce anomala, le sue spigolature sono sempre guidate dalla compassione e il suo operato sfida apertamente il nuovo ordine. Ma quando i suoi metodi vengono messi in discussione e la sua stessa vita minacciata, appare evidente che non tutti sono pronti al cambiamento. Il Thunderhead osserva tutto, e non gli piace ciò che vede. Cosa farà? Interverrà? O starà semplicemente a guardare mentre il suo mondo perfetto si disgrega?.

Recensione

Alla fine del primo ed emozionante volume Citra e Rowan avevano intrapreso strade diverse: Citra ha superato l'addestramento ed è diventata una Falce ufficialmente. Ora il suo nome è Madame Anastasia, spigolatrice di professione. Rowan, al contrario, non avendo superato l'addestramento avrebbe dovuto essere spigolato (ucciso) da Citra ma ciò non avviene grazie al piano escogitato da quest'ultimo. Ora Rowan è un fuggitivo con una missione: riportare l’organizzazione delle falci alla gloria iniziale. Tuttavia i suoi progetti vengono ostacolati da altre problematiche che devono essere risolte e che minacciano la vita di Citra.

Avrei preferito leggere di scene in cui i due protagonisti interagiscono, invece sotto questo aspetto sono rimasta delusa, ma confido nel terzo volume che si preannuncia essere una bomba ad orologeria. Ho trovato, invece, molto affascinanti le parti dedicate al Thunderhead: scoprire i pensieri del super cloud  ha reso la lettura più riflessiva, portando l'attenzione del lettore su argomenti di non poco conto.

Il primo volume mi era piaciuto molto, mentre ho trovato questo secondo volume un po’ meno coinvolgente. Questa sensazione è sicuramente dovuta al fatto che trattandosi di un secondo volume l’autore ha dovuto renderlo un libro di collegamento tra l’inizio della storia e la sua conclusione. Si tratta, dunque, di un volume di passaggio. 

Ho trovato l’inizio parecchio lento e a tratti un po’ noioso, con l'introduzione di nuovi personaggi e vicende che si pongono alla base di ciò che accadrà nella seconda parte del libro. Seconda parte  in netto contrasto con la prima: l’autore si riscuote e rende il tutto molto più concentrato, veloce ed emozionante spingendo il lettore verso un cliffhanger da togliere il fiato.

Devo avere il terzo. Subito.

R.


 

Review party: LE DIECIMILA PORTE DI JANUARY di Alix E. Harow


Buon pomeriggio a tutti lettori,

ho avuto il piacere di  partecipare al Review Party dedicato a Le diecimile porte di January e non vedo l'ora di parlarvene!


Titolo: Le diecimila porte di January
Autore: Alix E. Harrow
Casa editrice: Mondadori
Prezzo: € 19.00

VOTO: 3/5

Trama: Un’antica dimora, piena di oggetti preziosi e sorprendenti. Il più curioso è forse January Scaller, la pupilla del facoltoso Mr. Locke. Almeno così si sente lei: al pari dei vari manufatti che decorano la magione è ben custodita, ampiamente ignorata, e soprattutto fuori posto. Ma un giorno January trova uno strano libro, che porta l’aroma di terre lontane e narra una storia di porte segrete, amore, avventura e pericolo. Pagina dopo pagina, January svela una vicenda che appare indissolubilmente legata a lei…
Recensione

Le diecimila porte di January è un romanzo che ho desiderato leggere fin dall'annuncio della sua pubblicazione a cura di Mondadori.

January è una ragazzina molto curiosa, vispa  e intraprendente che vive in  una bellissima villa con il sig. Locke, datore di lavoro del padre. La sua infanzia è tranquilla e trascorre come quella di tutte le altre bambine della sua età e della sua epoca, fino a quando, una sera, January incappa in una porta misteriosa che l'afferra e sembra trasportarla in un altro mondo. Dal momento in cui la ragazzina racconta la sua avventura al sig. Locke tutto cambia: January viene punita e affidata ad una tata molto, molto severa che spegne il suo entusiasmo e la sua curiosità e la trasforma da una ragazzina agitata ad una signorina per bene. La January ormai adulta dimentica l'episodio della porta fino a quando non le capita tra le mani un libro...

Quanto ai personaggi: ho trovato January una protagonista piacevole che ho amato soprattutto nei suoi momenti di ribellioni e mal sopportato nella sua fase passiva di brava ragazza educata. Nel suo cuore c'è una viaggiatrice, una sognatrice, troppo a lungo incatenata dalle regole del bel mondo e dell'etichetta. Tra gli altri personaggi spiccano senza dubbio Jane e Samuel. La prima viene inviata dal padre di January a proteggerla. Jane si rivelerà essere una formidabile dama da compagnia, un'amica del cuore, una protettrice materna, che nasconde un animo fortemente ferito e incrinato. Samuel è l'amico di infanzia della protagonista, figlio del droghiere e profondamente innamorato di lei, pronto a sfidare le regole della convenienza per difenderla e proteggerla.

Le diecimila porte di January è un doppio romanzo, un libro dentro ad un altro libro, una porta che si apre su un'altra porta e proprio questa particolarità lo rende unico e non banale.

Non ho trovato la lettura per niente faticosa , anzi, l'alternarsi dello stile e del punto di vista mi hanno incuriosita ed incalzata a continuare fino alla fine. L'autrice ha uno stile molto poetico, rilassante, mai noioso, anche se, devo essere sincera, ho notato che il finale è stato un pochino frettoloso, come se l'autrice non vedesse l'ora di concludere la storia. Ma questo dettaglio non inficia il giudizio che ho di questo romanzo che è del tutto positivo. 

La Harrow è una cantastorie e leggere le sue parole rapisce e fa sognare.

R.

mercoledì 2 settembre 2020

POIROT TUTTI I RACCONTI - REVIEW PARTY



Buongiorno lettori.
Settembre è iniziato ieri e con lui sono arrivati i buoni propositi. Per me questo mese, da sempre, significa nuovo inizio per cui cerco sempre di fissarmi degli obiettivi da realizzare entro la fine dell'anno. Anche per voi è così?

Oggi voglio parlarvi di POIROT: TUTTI I RACCONTI che ho potuto leggere grazie al review party organizzato da Milena del blog Timeless Hopeful Reader, in collaborazione con la Mondadori, che ringrazio per la possibilità.



Titolo: Poirot, tutti i racconti
Autore: Agatha Christie
Casa Editrice: Mondadori
Pagine: 972
Prezzo: €23,75

VOTO 4/5

Trama: Tutte le avvincenti indagini di Hercule Poirot, il piccolo detective belga dalle infallibili "celluline grigie", nato dalla fantasia di Agatha Christie sono qui raccolte in un unico volume nel quale la vocazione narrativa della Regina del Giallo si esprime al suo meglio: storie che coinvolgono il pubblico in un raffinatissimo gioco di intelligenza accompagnate da raffinate illustrazioni d'epoca in bianco e nero.

Recensione
Agata Christie è il genio del giallo. Chi di voi non ha letto almeno uno dei suoi racconti o dei suoi romanzi?

Hercules Poirot è un investigatore belga trasferitosi in Inghilterra, alto, grassoccio, pacato e precisino,  i cui baffi famosissimi spiccano sulla sua faccia solitamente inclinata sulle ventitre.
Della sua famiglia sappiamo ben poco ma molto note, invece, sono le sue vicende di cui l'autrice ci parla in numerosisimi racconti, tutti raccolti in questa edizione Mondadori, e in alcuni romanzi.

La mia tappa del review party copre gli ultimi sei racconti dedicati alle fatiche di Ercole.
Ebbene sì, il nostro Poirot ha ben deciso di concludere la sua carriera di poliziotto risolvendo  12 casi: 12 casi che siano di particolare rilevanza e che possano avere, anche metaforicamente, un qualche collegamento con le 12 fatiche di Ercole, l'eroe mitologico.

Così Poirot si è occupato del toro cretese, un giovane particolarmente in forze ma straconvinto di essere sull'orlo della follia, delle cavalle di Diomede, dove un gruppo di sorelle viene coinvolto in affari poco chiari,  della cintura di Ippolita, in cui scompare una ragazzina di nobili natali, del gregge di Gerione, in cui Poirot resta invischiato in una setta, dei pomi delle Esperidi, che ha per oggetto il furto di un prezioso calice, ed infine della cattura di cerbero, che si svolge in un locale famoso: l'Inferno.

Ho trovato i racconti molto belli e avvincenti. Li ho letti tutti in un pomeriggio sotto l'ombrellone, nell'attesa di digerire il pranzo prima del bagno.
Inutile dire che Agatha Christie è abilissima nello scrivere, infatti tutti i racconti sono caratterizzati da uno stile molto scorrevole e piacevole, che non annoia e il lettore più attento si accorgerà dell'innumerevole serie di dettagli (indizi direi io) che la penna dell'autrice dissemina in tutta la vicenda. Tali indizi, se ben analizzati e associati, portano il lettore alla soluzione ancor prima che la stessa venga svelata. Ma devo essere sincera: non è così facile perché, nonostante ciò, io sono dovuta arrivare fino in fondo al racconto per svelare il mistero ma, con il senno di poi, mi sono quasi sempre detta "ah cavolo, è vero! Potevo arrivarci da sola".
E' proprio questa particolarità che di più mi ha fatto apprezzare le avventure di Hercules Poirot, perché sebbene lui sia un tantino insopportabile, e i racconti siano disseminati di indizi, la lettura non è mai banale.

Le avventure di Poirot sono così famose che numerose sono le trasposizioni cinematografiche: fra tutte vi segnalo Assasinio sull'Orient Express, la versione del 2017 in cui Poirot è interpretato da Kenneth Branagh e che vanta un cast di attori famosissimi tra cui Johnny Depp e Michelle Pfeiffer, nonchè il sequel Assasinio sul Nilo, di quest'anno.

Avete letto qualcuno di questii racconti?
R.

venerdì 14 agosto 2020

Review Party: GLI SCOMPARSI di Alessia Tripaldi

Buongiorno lettori!
Qualche giorno fa c'è stato il blog tour dedicato a GLI SCOMPARSI di Alessia Tripaldi.
Oggi, finalmente, posso parlarvi del libro.


Titolo: Gli scomparsi
Autore: Alessia Tripaldi
Casa editrice: Rizzoli
Pagine: 400

 VOTO 5/5

Trama: Un cadavere mutilato emerge da un tumulo di sterpaglie. Un ragazzo scalzo e magro dice di chiamarsi Leone e che quello è il corpo di suo padre, con cui ha sempre vissuto nei boschi. Quale segreto si nasconde tra le montagne impenetrabili del Centro Italia? La risposta spetta al commissario Lucia Pacinotti. «Un'altra sigaretta e poi vado» è la frase che ripete tra sé mentre è appostata in macchina cercando il coraggio di bussare alla porta del suo vecchio compagno di università, Marco Lombroso. Nonostante la frattura improvvisa che li ha separati anni prima, lui è l'unico che può aiutarla a dipanare il mistero del "ragazzo dei boschi". Ciò che Lucia non sa è che bussando a quella porta costringerà Marco a riaprire anche il vecchio baule ereditato dal suo avo, Cesare Lombroso. Tra le pagine dell'Atlante dei criminali, nei pattern che collegano i crimini più efferati della Storia, si cela la verità, ma per trovarla è necessario addentrarsi nei fitti boschi delle montagne e in quelli ancora più intricati dell'ossessione per il male.


RECENSIONE
Se mi seguite da un po' sapete che a me i gialli non piacciono. Mi mettono ansia e spesso non riesco a leggerli se sono in casa da sola. Non so perchè ma quando mi hanno proposto Gli scomparsi mi sono detta: Ma si! Proviamo.
Vi anticipo subito che a me il libro di Alessia Tripaldi è piaciuto un sacco, anche se l'ansia me l'ha fatta venire e anche se non riusicvo a leggerlo se in casa ero da sola.

Quando comunicano a Lucia che è stato ritrovato un cadavere nei boschi, la protagonista non pensava che quella comunicazione avrebbe, finalmente, dato una svolta alla sua vita, che le avrebbe permesso di riallacciare i rapporti con Marco, che non vede dai tempi dell'università, e che avrebbe scoperchiato un vaso di Pandora il cui contenuto è destinato a far vacillare tutte le sue sicurezze.
Marco ha finalmente trovato la routine che gli permette di vivere a suo modo, lavorando da casa, e di allontanare tutti i preconcetti e i pregiudizi che sono associati al suo nome: Marco Lombroso, infatti, si trascina dietro un'eredità scomoda, legata alla fama del trisavolo, famoso per aver elaborato un teoria discriminatoria sull'origine della criminalità: delinquenti si nasce e si può individuare il delinquente dal suo aspetto fisico.
Le vite di Lucia e Marco si intrecciano dapprima all'università e successivamente proprio grazie alla notizia del ritrovamento di quel cadavere nei boschi dell'Abruzzo.

Alessia Tripaldi scrive divinamente ed è in grado di far accapponare la pelle anche al più coraggioso di noi. L'autrice ha avuto la capacità di tenermi incolata alle pagine del suo romanzo fino alla fine, con il fiato sospeso e la curiosità a mille.
L'abilità della Tripaldi, a mio avviso sta nell'aver scritto un giallo capace di attrarre il lettore alla storia fino all'ultima pagina, creando una tensione via via sempre più crescente ed appassionante, non solo per gli eventi che si succedono senza sosta ma anche  perchè la medesima tensione mette a nudo i suoi personaggi facendoci scoprire le mille sfaccettature che li compongono: qui non ci sono personaggi perfetti ma persone, con le loro paure, insicurezze e insoddisfazioni: Lucia che aspetta il caso della vita per fare carriera, una donna forte e sicura che si sgretola in mille pezzi davanti a Marco, schivo e taciturno, che, al contrario, cerca di eclissarsi il più possibile per non attirare l'attenzione sulle sue fragilità.

Vi confesso che la storia, che non vi racconto per scelta, mi ha turbata parecchio e mi ha fatto venire una paura che prima non avevo: il ritmo incalzante della narrazione ha reso le vicende vivide e reali creando un thriller perfetto. In cocnlusione, quindi, vi consigio di leggere questo romanzo, preavvisandovi che la tematica è molto delicata e che se siete particolarmente sensibili potrebbe turbarvi un po'.
Che ne pensate?
R. 

giovedì 6 agosto 2020

BLOGTOUR: Gli scomparsi di Alessia Tripaldi




Buongiorno a tutti lettori!
Buon BLOGTOUR dedicato a GLI SCOMPARSI di Alessia Tripaldi!

Della trama e di cosa ne penso ve ne parlerò prossimamente, quindi... stay tuned!
Oggi, invece, ci occupiamo di un aspetto particolare della criminologia che è il tema di fondo del libro di Alessia Tripaldi: gli archetipi. Si tratta di figure modello con caratteristiche e aspetti caratteriali che identificano al loro interno una determinata categoria di soggetti. 
Nel corso del blogtour ognuno di noi partecipanti vi parla di un archetipo. Io ho scelto l'innocente, sperando in una figura meno cruenta delle altre... ci avrò preso? Continuate a leggere per scoprirlo.

L'INNOCENTE
All'interno di questa categoria o, per usare la terminologia tecnica, archetipo, rientrano tutti quei soggetti che potremmo definire un po' dei bambinoni: si tratta di persone che non sono mai veramente cresciute, che vivono una vita semplice, fatta di schemi e di routine che per loro rappresentano il mondo perfetto e felice. "Controllo" è la loro parola d'ordine.
L'innocente è un soggetto che crede nel lieto fine ad ogni costo, per cui è "sempre Natale" "tutti hanno del buono da qualche parte nel loro cuore". La meraviglia e lo stupore caratterizzano questa categoria. Avete presente la casalinga perfetta? Ecco!

Esempio lampante di soggetto che rientra in questo archetipo è Forrest Gump: Forrest vede il buono in ogni situazione e non perde mai la speranza in un futuro migliore (fonte: Anna Bassano: L'achetipo dell'innocente).
Una bella figura, direte voi!
Tuttavia questi connotati, se portati alle estreme conseguenze, possono nascondere zone d'ombra parecchio inquietanti: come dicevo prima una delle caratteristiche è il lieto fine ad ogni costo. Cosa succede quando l'innocente si trova di fronte ad un problema? Nella migliore delle ipotesi lo ignora ma nelle peggiori...lo elimina.
Se qualcosa turba il suo status quo l'innocente DEVE difendersi da quel qualcosa ed è per questo motivo che, a mio avviso, è il più meschino e pericoloso tra gli archetipi
L'assassino che rientra in questo archetipo  agisce senza premeditazione con armi di fortuna e con il solo scopo di eliminare un problema, una delusione, un turbamento. La sua vittima generalmente è qualcuno in cui ha riposto una gran fiducia, su cui ha fatto affidamento per lungo tempo e che all'improvviso non è più la persona che pensava fosse. Basta un attimo, un momento di defaillance e scatta il trip, ma il suo "Io" votato al lieto fine, alla speranza e alla bontà elimina anche la circostanza negativa che ha fatto uscire l'innocente dai binari. In altre parole rimuove l'omicidio, dimenticandosene per sempre.

L'autrice di Gli scomparsi porta come esempio Norman Bates, protagonista di Psycho... ah sapete che questo personaggio è ispirato ad una persona realmente esistita?
Si tratta di Ed Gein, cresciuto all'ombra di una mamma fanatica religiosa e di un padre dedito all'alcool e alla violenza. La madre ha cresciuto i propri figli nel timore del peccato, condannando le donne, il sesso slegato dalla procreazione e inculcando nelle teste dei suoi ragazzi l'immoralità del mondo. Alla morte del padre, il fratello di Ed ha cercato di allontanarsi dagli insegnamenti della madre, rifiutando categoricamente il suo punto di vista: Henry Gein morì in un incendio in circostanze misteriose.
Ed Gein fu autore di numerosi altri assassini  e le sue vittime principali erano donne, considerate dalla madre prostitute mandate dal diavolo e come tali idonee a minare la possibilità per l'umanità di essere buona. (fonte: Wikipedia)

Beh... che dire... avevo studiato qualcosa sulle personalità nel misero esame di criminologia che ho dato per la laurea in giurisprudenza, ma non così approfonditamente.
Spero di non avere gli incubi stanotte. 
Come dicevo prima, penso che questo sia uno degli archetipi più meschini tra quelli che verranno analizzati nel corso del blogtour, insieme, forse, al saggio.
Voi che ne pensate?


  

mercoledì 22 luglio 2020

Review Party: LA TERRA SPEZZATA - Il portale degli obelischi di N. K. Jemisin


Buongiorno lettori!
Continua il review party dedicato a LA TERRA SPEZZATA! Oggi parliamo de IL PORTALE DEGLI OBELISCHI di N. K. Jemisin, secondo volume della trilogia.
Se il primo mi ha conquistata, questo mi ha completamente rapita.


Titolo: Il portale degli obelischi
Autore: N. K. Jemisin
Casa editrice: Mondadori
Pagine: 444

voto: 5/5

Trama: La Stagione della fine si fa sempre più buia, mentre la civiltà sprofonda in una notte senza termine. Essun ha trovato un luogo dove rifugiarsi, ma soprattutto ha trovato Alabaster, sorprendentemente ancora vivo; ha inoltre scoperto che è stato lui, ormai in procinto di trasformarsi in pietra, a provocare la frattura nel continente e a scatenare una Stagione che forse non terminerà mai. E ora Alabaster ha una richiesta da farle: deve usare il suo potere per chiamare un obelisco. Agendo così, però, segnerà per sempre il destino del continente Immoto. Nel frattempo, molto lontano, anche Nassun, la figlia perduta di Essun, è forse approdata in un luogo dove sentirsi a casa, dove coltivare la sua straordinaria dote di orogenia, per diventare sempre più potente. Ma anche Nassun dovrà compiere scelte decisive, in grado di mutare il futuro del mondo intero. .
Recensione:


Finalmente quasi tutti i pezzi del puzzle che è stato La quinta stagione vanno insieme ed inizia a delinearsi in modo decisamente più chiaro la storia che l'autrice ha creato con questa trilogia.
Abbiamo scoperto chi sono in realtà le tre protagoniste del primo volume e abbiamo imparato ad amarle e a comprenderle, scoprendo il fil rouge che le univa.

Essun non ha ancora ritrovato la pace, ma ha scovato un luogo in cui rifugiarsi e sopravvivere fino alla fine che, inevitabilmente, arriverà o a causa delle terribili condizioni che la quinta stagione ha creato nell'Immoto, o a causa della fame o ancora per mano di qualche sopravvissuto che non ha nulla da perdere.

Ne Il portale degli obelischi viene approfondita la figura di Essun: il suo carattere e il suo cuore vengono scandagliati ancora più profondamente di quanto non sia stato fatto nel primo volume e impariamo ad apprezzare il suo spirito di adattamento, la sua determinazione e la sua caparbietà.
Ritroviamo, inoltre, altri personaggi del primo volume: primo fra tutti Alabaster, il quale non mi è spiaciuto nel primo romanzo ma è in questo frangente che capiamo l'importanza del suo ruolo nonché la gravità delle sue azioni volte, tuttavia, ad ottenere un cambiamento, non importa quale sia il prezzo da pagare. 
Ritroviamo anche Shaffa, il custode di Syenite: in questo secondo volume Shaffa perde parte dell'arroganza e della superiorità che lo ha contraddistinto ne La quinta stagione, per trasformarsi in un personaggio diverso, un po' confuso, ma cambiato nello spirito.
Tra i personaggi nuovi, invece, spicca Nassun,  la potentissima figlia scomparsa di Essun, la quale, insieme al padre, ha raggiunto un luogo che le ha permesso di comprendere il suo potere e di sfruttarlo al massimo.

Ne Il portale degli obelischi ritroviamo lo stile nervoso, caotico e confusionario di Nora Jemisin, che io ho tanto amato proprio per la sua originalità: anche qui i capitoli sono dedicati ai diversi personaggi e anche questa volta l'autrice ha scelto di utilizzare la seconda persona singolare per i capitoli dedicati ad Essun.

Mentre leggere La quinta stagione è stato un po' faticoso, seppur un'esperienza fantastica, leggere Il portale degli obelischi è stata un'avventura indimenticabile. 
Credo davvero che questa autrice sia un genio e che abbia creato una trilogia originale che merita davvero di essere letta.

Che ne pensate?
R.

martedì 14 luglio 2020

Review Party: LA TERRA SPEZZATA - La quinta stagione di N. K. Jemisin


Buongiorno lettori!
Nuovo review party! Oggi parliamo de La quinta stagione di N. K. Jemisin, primo volume della trilogia La terra spezzata.
Ammetto che è stata una lettura non facilissima ma che mi ha completamente rapita.


Titolo: La quinta stagione
Autore: N. K. Jemisin
Casa editrice: Mondadori
Pagine: 498,00

voto: 4/5

Trama: È iniziata la stagione della fine. Con un’enorme frattura che percorre l’Immoto, l’unico continente del pianeta, da parte a parte, una faglia che sputa tanta cenere da oscurare il cielo per anni. O secoli. Comincia con la morte, con un figlio assassinato e una figlia scomparsa. Comincia con il tradimento e con ferite a lungo sopite che tornano a pulsare.

L’Immoto è da sempre abituato alle catastrofi, alle terribili Quinte Stagioni che ne sconquassano periodicamente le viscere provocando sismi e sconvolgimenti climatici. Quelle Stagioni che gli orogeni sono in grado di prevedere, controllare, provocare. Per questo sono temuti e odiati più della lunga e fredda notte; per questo vengono perseguitati, nascosti, uccisi; o, se sono fortunati, sono presi fin da piccoli e messi sotto la tutela di un Custode, nel Fulcro, e costretti a usare il loro potere per il bene del mondo.

È in questa terra spezzata che si trovano a vivere Damaya, Essun e Syenite, tre orogene legate da un unico destino.
Recensione:
La quinta stagione è ambientata nell'Immoto, l'unico continente del pianeta, e rappresenta l'inizio di un lunghissimo periodo di crisi geologica che porterà alla distruzione di tutto.

In questa ambientazione apocalittica si svolgono le storie delle tre protagoniste del romanzo: Damaya, Syenite ed Essun.
Damaya è una bambina spaventata dal suo enorme potere, emarginata dalla comunità e dalla sua stessa famiglia. E' una bimba intimorita ma determinata a trovare il suo posto nel mondo e qualcuno che le voglia bene.
Syenite è una ragazza addestrata al Fulcro, un'arma, pronta a scattare al bisogno: testarda, sfacciata, caparbia, a cui le regole stanno strette ma che cerca, comunque, di rispettare per la sua incolumità.
Essun è una donna sposata, madre di due bambini, che si trova ad affrontare la prova più dura e difficile della vita di una donna: la morte del figlio.
Queste tre protagoniste sono tutte legate da un unico filo conduttore che è l'orogenia: un potere incredibile di cui solo alcune persone sono dotate e che le rende in grado di sensire la terra, i suoi movimenti e le sue vibrazioni, di muoverla a proprio piacimento, di sedare un terremoto o alimentarlo. Proprio a causa di questa terribile e potente capacità gli orogeni sono emarginati, sottomessi e controllati al potere dei Custodi.

Leggere La quinta stagione è stata un'avventura sia dal punto di vista dello stile dell'autrice sia per quanto riguarda i contenuti.
La storia è densa, piena, ricca di avvenimenti eppure nulla è chiaro e lineare. Ho fatto fatica ad abituarmi al racconto di Nora Jemisin poiché l'autrice ci fornisce un sacco di informazioni, eventi e dettagli che non è facile far quadrare, soprattutto perché il lettore viene catapultato nel mezzo dell'azione. Ma quando finalmente il quadro è chiaro.....oh, quando tutti i tasselli vanno al loro posto è quello il momento in cui ci si accorge che La quinta stagione è il capolavoro di un genio.

Lo stile rispecchia la stessa confusione della trama, lo stesso nervosismo, la stessa dinamicità.
Ogni capitolo è dedicato ad una delle tre protagoniste e quello di Essun è scritto in seconda persona: questa per me è stata una circostanza nuova che mi ha del tutto affascinata anche se mi ha stranita all'inizio.

In conclusione vi consiglio caldamente di leggere La quinta stagione e di sorvolare sul disordine iniziale perché mano a mano che si procede nella lettura non la si può più abbandonare.
Il secondo capitolo della saga, Il portale degli obelischi, mi è piaciuto ancora di più....ma questa è un'altra storia.....

Visto che ormai entrambi i volumi sono usciti da un po', voi li avete letti?
Che ne pensate?
R.

sabato 27 giugno 2020

Review Party: LA GRAZIA DEI RE di Ken Liu


Buon sabato a tutti lettori,
oggi è il mio turno di parlarvi di LA GRAZIA DEI RE di Ken Liu, un romanzo edito da Mondadori  e che ho potuto leggere grazie al review party organizzato da Beatrice di Eynys Paolini Books


Titolo: La grazia dei re
Autore: Ken Liu
Casa editrice: Mondadori
Pagine: 612
Prezzo: € 22,80 (cartaceo); € 12,99 (ebook)

 VOTO 2/5

Trama:L'Imperatore Mapidéré è stato il primo a unire i diversi regni dell'arcipelago di Dara sotto il dominio della sua isola d'origine, Xana. Dopo ventitré anni, tuttavia, l'Impero di Xana mostra segni di debolezza. Mapidéré è sul letto di morte, i suoi consiglieri complottano mirando ciascuno al proprio interesse, persino gli dèi sembrano adirati. Come se non bastasse, decenni di crudeli angherie e di dispotico potere hanno fatto sì che la popolazione non abbia nulla da perdere da una rivolta, ma molto da guadagnare.

È questo il mondo in cui vivono Kuni Garu, un affascinante perditempo poco propenso alla vita onesta, e Mata Zyndu, l'impavido figlio di un duca deposto, discendente di una nobile stirpe particolarmente colpita dalla ferocia di Mapidéré, che ha giurato di vendicarsi. Sembrano l'uno l'opposto dell'altro, ma durante la ribellione contro il potere imperiale i loro sentieri si incrociano in modo imprevedibile: diventano amici inseparabili, fratelli, e insieme combattono contro immensi eserciti, serici vascelli volanti, libri magici e divinità dalle forme mutevoli. Ma una volta che l'imperatore è stato rovesciato, Kuni e Mata si trovano a capeggiare fazioni rivali, con idee molto diverse su come si dovrebbe guidare il mondo, e su cosa sia la giustizia.


Recensione
Come potete vedere dal voto che ho dato a La grazia dei re, questo libro NON mi è piaciuto. Peggio ancora: non sono proprio riuscita a finirlo.

La grazia dei re non è un fantasy, checchè se ne dica in giro per il web, ma un romanzo di politica e strategia militare, ambientato in un mondo non reale, con qualche elemento soprannaturale caratterizzato dalla presenza di divinità che interagiscono tra loro.

L'imperatore Mapiderè muore dopo aver combattuto per più di vent'anni per unificare sotto la propria corona l'arcipelago di Dara. Il suo successore è un bambino, inesperto e mal consigliato, il cui governo va ad alimentare la rabbia della popolazione di Dara, già abbondantemente infuocata dalla tirannia di Mapiderè.
In questo clima scoppia, quindi, la rivolta, improntata a ristabilire l'indipendenza e l'identità dei singoli regni che formano l'attuale impero.

Ho trovato la lettura di questo volumone di 600 e passa pagine pesante, lenta, noiosa e monotona.
Ogni capitolo si apre con l'introduzione di un personaggio, il quale viene analizzato nel minimo dettaglio: dalla sua storia personale (vita, morte e miracoli), alla sua vita pubblica, al ruolo che svolge all'interno del racconto fino ad arrivare alla sua caratterizzazione. Dopodiché questo personaggio viene inserito nell'excursus narrativo e occupa la sua posizione nell'intricato puzzle che Ken Liu ha creato.
Questa sequenza si ripete per ogni personaggio e La grazia dei re ne ha molti: talmente tanti che non li ricordo nemmeno tutti e non so neanche se li ho affrontati tutti, perchè, ripeto, non sono riuscita a finirlo.
Tutta la prima parte è un pot- pourri di informazioni che mi hanno confusa e annoiata e mi hanno impedito di sviluppare una qualche empatia nei confronti dei protagonisti.


A rendere il tutto ancora più noioso e pesante è la quasi assenza dei dialoghi: il narratore onnisciente racconta tutto, lasciando poco spazio ai discorsi e alle conversazioni. Ma fa di più: le poche chiacchiere che i personaggi si scambiano nel corso di quella parte di libro che sono riuscita a leggere (la metà) e reggere,  sono inutili nel senso che non aggiungono nulla di nuovo e spesso sono filosofeggianti e ridondanti.
Questo aspetto, per me, è stato il più penalizzante di tutto il romanzo perché ha reso i personaggi vuoti e piatti.

Inoltre, la storia non si dipana mano a mano che si legge, ma tutto è già accaduto e questa circostanza mi ha dato la sensazione di star leggendo, non un romanzo, ma un libro di storia o la cronologia degli annali.

In conclusione La grazia dei re non mi è piaciuto poichè l'ho trovato noioso, lento, piatto e assolutamente poco coinvolgente, con un plot mal gestito e confusionario con una quantità assurda di nomi, luoghi e divinità da far quasi scappare la pazienza.

So che, invece, a molti è piaciuto. 
Voi lo avete letto? 
Come lo avete trovato?


martedì 9 giugno 2020

Review Party: LA CITTA' DI OTTONE di S.A. Chakraborty



Buongiorno a tutti readers!

Come state? Io alla grande: finalmente sono riuscita ad uscire di casa e sono rientrata a lavoro. Ero rinchiusa dal 9 marzo: prima mio marito è risultato positivo al covid, poi ho dovuto aspettare il mio turno per fare il tampone ed essere sicura di non averlo contratto da mio marito e tra un tampone e  l'altro e la lentezza della burocrazia si è fatto il 4 giugno....


Va beh, guardiamo il lato positivo: ho potuto leggere un sacco di bei libri e oggi vi parlo di LA CITTA' DI OTTONE di S.A. Chakraborty, che ho potuto leggere in anteprima grazie a Beatrice di Eynys Paolini Books, che ha organizzato il review Party, in collaborazione con Mondadori.



Titolo: La città di ottone
Casa editrice: Mondadori
Pagine: 528
Prezzo: € 22,00 (cartaceo); € 9.99 (ebook)

Voto: 3/5

Trama: Egitto, XVIII secolo. Nahri non ha mai creduto davvero nella magia, anche se millanta poteri straordinari, legge il destino scritto nelle mani, sostiene di essere un’abile guaritrice e di saper condurre l’antico rito della zar. Ma è solo una piccola truffatrice di talento: i suoi sono tutti giochetti per spillare soldi ai nobili ottomani, un modo come un altro per sbarcare il lunario in attesa di tempi migliori. Quando però la sua strada si incrocia accidentalmente con quella di Dara, un misterioso jinn guerriero, la ragazza deve rivedere le sue convinzioni. Costretta a fuggire dal Cairo, insieme a Dara attraversa sabbie calde e spazzate dal vento che pullulano di creature di fuoco, fiumi in cui dormono i mitici marid, rovine di città un tempo maestose e montagne popolate di uccelli rapaci che non sono ciò che sembrano. Oltre tutto ciò si trova Daevabad, la leggendaria città di ottone. Nahri non lo sa ancora, ma il suo destino è indissolubilmente legato a quello di Daevabad, una città in cui, all’interno di mura metalliche intrise di incantesimi, il sangue può essere pericoloso come la più potente magia. Dietro le Porte delle sei tribù di jinn, vecchi risentimenti ribollono in profondità e attendono solo di poter emergere. L’arrivo di Nahri in questo mondo rischia di scatenare una guerra che era stata tenuta a freno per molti secoli.

Recensione
Nahri è una ragazza molto speciale che vive di espedienti: tarocchi, letture della mano, riti magici per allontanare gli spiriti negativi sono alcuni dei "lavoretti" con cui si mantiene. Ed è molto brava in queste attività, o meglio molto credibile,  poichè può farlo sfruttando il dono speciale di riuscire ad entrare in sintonia con il corpo delle persone, sentirne la vita che scorre al suo interno e individuare eventuali malanni.
Proprio mentre svolge una di queste attività Nahri evoca involontariamente Dara,  quello che lei pensa essere un jiinn: uno spirito tipico della cultura medio-orientale la cui origine risiede nel fuoco. 
A seguito di questa circostanza, Nahri viene attaccata da una creatura che la vuole morta ad ogni costo ed è quindi costretta a fuggire con Dara verso la fantastica quanto misteriosa Citta di Ottone: Devabad.
La narrazione delle avventure di Nahri e Dara si alterna al racconto della vita di corte di Ali, secondo genito del sultano di Daevabad, il quale si trova invischiato con le attività di una organizzazione che cerca di sovvertire l'ordine della città, già in equilibrio precario.

La città di ottone è un romanzo molto bello ma non perfetto che, nonostante le sue 500 e passa pagine, si lascia leggere con piacere. 

L'autrice catapulta il lettore in un mondo, quello mediorientale, di cui non siamo abituati a leggere e introduce tutta una serie di figure mitologiche che in un primo momento possono confondere:
nomi e clan si rincorrono sulle pagine e il glossario  in calce è quasi come la manna dal cielo. Tuttavia, superato questo primo impasse, la lettura è molto piacevole.

Come dicevo prima, La città di ottone ruota intorno alle azioni di tre personaggi principali: Nahri, la protagonista, Dara, badboy non tanto bad e Ali, coprotagonista.

Il pregio di S.A. Chakraborty è quello di aver creato una protagonista femminile che non è perfetta per nulla, che ha dei limiti e ne è consapevole e che NON cresce improvvisamente e magicamente. Nahri è cosciente delle sue difficoltà, di non essere all'altezza della reputazione che la sua millenaria famiglia, di cui, peraltro, non sa nulla, ha costruito e, sinceramente, poco le interessa. Tutto ciò mi è piaciuto molto, sapete perchè? Perchè Nahri è vera: il suo atteggiamento è proprio quello che avrebbe chiunque di noi se ci fossimo trovati nella sua situazione e non quello che ci si aspetta che il protagonista di un libro abbia. Nahri non è perfetta, nessuno lo è, e si prende i suoi tempi e i suoi spazi per capire dov'è finita e dove sta andando.

Ali, invece, è proprio il suo esatto opposto: rigido, rispettoso, corretto, educato e a modo. La sua personalità è figlia dell'addestramento militare cui è sottoposto sin da bambino. La sua morale è integra e basata su una grande fede che, da un lato, lo spinge ad essere giudicato, ad uno sguardo un po' frettoloso, come bacchettone, dall'altro, però, è ciò che fa di lui una persona buona e votata alla giusta causa dell'eguaglianza dei diritti per tutti. La mia crush è tutta per lui. Ali mi è entrato nel cuore con la sua dolcezza, intelligenza, forza (eh sì, ci va anche quella) e ingenuità.

Infine Dara. Devo ammetterlo e, sicuramente andrò contro corrente: Dara è il personaggio che mi è piaciuto di meno per il suo lato decisamente troppo antiquato e maschilista, poco incline all'azione ragionata e più per "combino il guaio, poi vedo se ho sbagliato e magari risolvo". E' anche il personaggio a cui, a mio parere, l'autrice ha dato meno spazio e che ho trovato più piatto. Dalla lettura emerge che Dara sia qualcosa di più di quello che tutti credono: ha avuto un passato difficile e crudo eppure...per buona parte del libro ho avuto l'impressione che la scrittrice avrebbe lanciato la patata bollente, che ci avrebbe rivelato qualcosa su questo personaggio che avrebbe cambiato le sorti della vicenda e, invece....no. Forse (e spero) si è risparmiata per il secondo volume della trilogia ma questa scelta ha reso un tantino "inutile" il suo personaggio. Attendo, quindi, di leggere The Kindom of Copper.

In conclusione, questo primo capito mi è piaciuto anche se poteva, forse dare, un pelo di più. E' comunque un volume introduttivo che lascia il giusto spazio alla descrizione del mondo in cui si svolgono le vicende e che permette di conosce le dinamiche che andranno a svilupparsi all'interno dell'intera trilogia, anche se ciò ha reso buona parte della narrazione un po' lenta.
Inoltre, la scelta di alternare il racconto delle vicende dei protagonisti la apprezzo sempre molto perchè permette di avere un'idea a tutto tondo di quello che accade, oltre a rendere la storia più complessa ed interessante.  
Infine: la cultura mediorientale era per me del tutto sconosciuta e La città di ottone mi ha permesso di imparare qualcosa di nuovo.  Per cui vi consiglio di leggere questo libro.

Lo leggerete?
R.

sabato 30 maggio 2020

REVIEW PARTY: FALCE di Neal Shusterman


Buongiorno a tutti lettori,
maggio è stato un mese ricco di uscite e di progetti.
Oggi tocca al review party per FALCE, primo volume della Trilogia della falce di Neal Shusterman.
Siete pronti per entrare in un mondo decisamente particolare e futuristico?
L'evento è iniziato l'11 maggio e proseguirà nella blogosfera sino al primo giugno.
Ringrazio la CE che mi ha dato l'opportunità di leggere questo libro in anteprima.

Titolo: Falce
Autore: Neal Shusterman
Casa editrice: Mondadori
Pagine: 360
Prezzo: € 19,00 (cartaceo), € 10.99 (ebook)

Voto: 3/5

Trama: Un mondo senza fame, senza guerre, senza povertà, senza malattie. Un mondo senza morte. Un mondo in cui l’umanità è riuscita a sconfiggere i suoi incubi peggiori.
A occuparsi di tutte le necessità della razza umana è il Thunderhead, un’immensa, onnisciente e onnipotente intelligenza artificiale. Il Thunderhead non sbaglia mai, e soprattutto non ha sentimenti, né rimorsi, né rimpianti.
Quello in cui vivono i due adolescenti Citra Terranova e Rowan Damisch è davvero un mondo perfetto. O così appare. Se nessuno muore più, infatti, tenere la pressione demografica sotto controllo diventa un vincolo ineluttabile. Anche l’efficienza del Thunderhead ha dei limiti e non può provvedere alle esigenze di una popolazione in continua crescita. Per questo ogni anno un certo numero di persone deve essere “spigolato”. In termini meno poetici: ucciso.
Il delicato quanto cruciale incarico è affidato alle cosiddette falci, le uniche a poter decidere quali vite devono finire. Quando la Compagnia delle falci decide di reclutare nuovi membri, il Venerando Maestro Faraday sceglie come apprendisti proprio Citra e Rowan. Schietti, coraggiosi, onesti, i due ragazzi non ne vogliono sapere di diventare degli assassini. E questo fa di loro delle falci potenzialmente perfette.

Recensione
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Falce è ambientato in un futuro ideale in cui l'umanità ha sconfitto malattie e  morte e vive in un'apparente serenità per sempre. Sì, per sempre, perché nell'epoca post mortale nessuno muore mai, a meno che non si venga scelti dalle Falci: in una società in cui nessuno muore  e tutto è governato da un enorme cloud dalla memoria illimitata, il Thunderhead, l'unico problema che si pone è quello del sovraffolamento. La nuova realtà risolve questo problema con l'istituzione delle Falci, che hanno il compito di "spigolare" (uccidere) un tot di persone all'anno, in modo da mantenere sotto controllo la crescita esponenziale della popolazione.
Rowan e Citra vengono scelti per seguire l'apprendistato e diventare Falci.
L'originalità dell'idea di Neal Shusterman si percepisce pienamente dalla quarta di copertina, ma ciò che rende questo primo capitolo un perfetto libro introduttivo di una serie che promette grandi cose è sicuramente la capacità dell'autore di scrivere con uno stile melodioso, che culla il lettore fino alla fine. 
Devo ammettere che ho trovato alcuni buchi nella trama ma che si possono perdonare alla luce di quello che è il risultato finale.
Falce spinge il lettore a fare profonde riflessioni, cosa non facile, sul senso della vita che ha perso la sua controparte: la morte.
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L'intera storia è raccontata in terza persona dal narratore onnisciente, il quale si alterna ad estratti dei diari personali di alcuni dei personaggi. Il ritmo non è serrato ma armonioso, fluido, mai nervoso, calcolato. Questa scelta permette di soffermarsi maggiormente sulla caratterizzazione dei due personaggi e sulla realtà distopica immaginata dall'autore.
Citra e Rowan vengono strappati dalla loro quotidianità e catapultati in un mondo cui non avrebbero mai pensato di appartenere. Entrambi sono refrattari ad abbracciare la professione che li attende all'esito dell'apprendistato ma è curioso e sicuramente interessante assistere all'evolversi della loro opinione circa l'attività delle Falci.
Devo essere sincera: mi aspettavo di leggere una storia con più colpi di scena e suspence, a tratti claustrofobica, come mi accade spesso con i distopici, ma in realtà non è stato così e la cosa non mi è dispiaciuta per niente: infatti, ho apprezzato notevolmente la scelta dell'autore di concentrarsi sui protagonisti e sulle loro riflessioni riuscendo, allo stesso tempo, a coinvolgermi e a non annoiarmi mai, ma ad incuriosirmi sempre più.
In conclusione Falce apre in modo eccellente una trilogia su cui, ormai, ho altissime aspettative e che vi consiglio caldamente di leggere.

Che ne pensate? 
Fatemi sapere se lo leggerete.
R.

venerdì 22 maggio 2020

Segnalazione: IL RESPIRO DEL TEMPO di Alessia Litta

Buongiorno a tutti lettori!
Come state? Avete ripreso le vostre attività? Io e mio marito, purtoppo, siamo ancora confinati in casa in attesa del tampone negativo....ormai è due mesi che siamo in attesa....
Bando alle chiacchiere e parliamo di cose serie: oggi sono qui per segnalarvi un'uscita molto interessante!



Titolo: Il Respiro del Tempo
Autore: Alessia Litta
Genere: mistery/romance (con elementi gotici)
Prezzo: 1,99€ (prezzo lancio 0,99€)

DATA DI USCITA: 26 MAGGIO

Trama: Novembre 2015.
Dopo otto mesi lontana, Delphine Bright è tornata in Bretagna. Ma non è felice. Non ha dimenticato quello che è successo la notte maledetta del suo compleanno – notte in cui si è ritrovata a perdere tutto – e non riesce a riabituarsi alla vita al maniero Laouenan.
L’occasione per allontanarsi di nuovo arriva quando il suo amico Geoffrey la invita al castello Sorzeauc nella foresta di Paimpont. Per Delphine è la soluzione perfetta. Ma non ha fatto i conti con suo padre Francis che, inaspettatamente contrario, assume a sua insaputa un uomo perché la scorti.
Eric Kerouen ha perso tutti i contatti con la famiglia Laouenan dopo i fatti di otto mesi prima, e non si aspetta certo che Francis Bright si rifaccia vivo all’improvviso con la più improbabile delle proposte: accompagnare sua figlia Delphine al castello Sorzeauc e proteggerla.
Né Delphine né Eric vorrebbero accettare una situazione del genere. Eppure non hanno scelta.
Delphine è in pericolo e una nuova minaccia sembra arrivare dal passato Laouenan.

BIOGRAFIA
Alessia Litta nasce a Roma. Nel 2006 si trasferisce in Germania e alla fine del 2008 nel sud della Francia, dove vive tuttora.
Oltre alla scrittura e alla lettura, ha la passione per la fotografia e la pittura. Le piace camminare nella natura e, se potesse, riempirebbe la propria casa di cani e gatti.
Come autrice self ha pubblicato “Vento di Kornog” nel 2015, “Il Sussurro del Lago” nel 2016, “Così come sei” nel 2018, e “Vite sospese” nel 2019.

A quel punto Eric si diresse verso il divano, ci gettò sopra la coperta e lasciò la pistola sul tavolino, disinvolto a piedi nudi, i pantaloni del pigiama che gli fasciavano le gambe, la t-shirt che si tendeva sui muscoli della schiena.
Poi si voltò e lei si ritrovò ad arrossire con violenza. Cosa diavolo stava facendo? Perché stava notando quel genere di cose?
«Veglierò io per le prossime ore, puoi dormire tranquilla.»
Lei annuì, si infilò di corsa sotto le coperte e spense la luce.
Eric si mosse ancora per qualche secondo nella stanza, poi il silenzio divenne totale.
Al riparo nel buio allora, lei lo guardò. Nell’oscurità scrutò la sua sagoma sdraiata sul divano, le gambe stese, le braccia incrociate dietro la testa, il suo profilo rivolto verso la porta.
Ed ebbe un’assoluta e assurda certezza. Con lui le ombre non sarebbero tornate e la voce non avrebbe più sussurrato parole di paura.


Buona lettura!
R.

P.S.: non è necessaria la lettura di Vento di Kornog per seguire “Il Respiro del Tempo”, benché quest’ultimo ne sia lo spin-off e ne segua gli eventi.

lunedì 18 maggio 2020

THE HUNGER GAMES REVIEW PARTY: IL CANTO DELLA RIVOLTA di Suzanne Collins

Benvenuti a questa nuova puntata dedicata ai giochi più temibili e terribili di sempre: gli Hunger Games!
Qui e Qui vi ho parlato rispettivamente del primo e del secondo capitolo della serie.
Oggi tocca al terzo e ultimo: Il canto della rivolta.
Tra i tre, il mio preferito è il secondo, ma ovviamente anche questo occupa un posto speciale!
A proposito: avete rivisto i film che la Mediaset sta riproponendo in tv?
Siete pronti per terminare gli Hunger games di Katniss e Peeta?
Questa settimana dedicata al review party di Hunger Games è stata pienissima! Un party super riuscito e con un "affluenza" esagerata.
Pronti?

Titolo: Il canto della rivolta
Autore: Suzanne Collins
Casa editrice: Mondadori
Pagine: 419
Prezzo: € 12,35 (cartaceo), € 7,99 (ebook)

Voto: 4/5

Trama: Contro ogni previsione, Katniss Everdeen è sopravvissuta all'Arena degli Hunger Games. Due volte. Ora vive in una bella casa, nel Distretto 12, con sua madre e la sorella Prim. E sta per sposarsi. Sarà una cerimonia bellissima, e Katniss indosserà un abito meraviglioso. Sembra un sogno... Invece è un incubo. Katniss è in pericolo. E con lei tutti coloro a cui vuole bene. Tutti coloro che le sono vicini. Tutti gli abitanti del Distretto. Perché la sua ultima vittoria ha offeso le alte sfere, a Capitol City. E il presidente Snow ha giurato vendetta. Comincia la guerra. Quella vera. Al cui confronto l'Arena sembrerà una passeggiata.

Recensione
Il burrascoso finale de La ragazza di fuoco mi ha lasciata sconvolta e senza fiato e ovviamente mi sono dovuta catapultare sulla rilettura dell'ultimo volume. Ricordo che la prima volta che avevo letto questo ultimo capitolo della trilogia, avevo pensato che niente avrebbe potuto prepararmi a quello che la Collins aveva in serbo per Panem.
Il canto della rivolta inizia qualche settimana dopo la conclusione del secondo volume. Katniss e Peeta sono separati e la nostra amata protagonista non si da pace: isolata nelle profondità dello scomparso Distretto 13, Katniss ha il tempo di leccarsi le ferite, non solo fisiche, e cercare di guarirle. In questo modo riesce a capire esattamente qual è il suo ruolo negli eventi che hanno avuto il via con la doppia vittoria di Peeta e Katniss nei loro primi Hunger Games. Finalmente Katniss abbraccia il suo ruolo di immagine della rivoluzione, facendo leva sull'animo ormai profondamente infuocato dei ribelli. Katniss si è rivelata essere un'eroina perfetta, pronta a sacrificare se stessa pur di proteggere le persone che ama.
In questo ultimo capitolo l'autrice ha dato largo spazio a Gale: finalmente non è più una comparsa, un personaggio secondario, ma una sorta di coprotagonista, attivo nella rivolta e determinante nella conclusione della ribellione e della trilogia.
Infine, Peeta. Il nostro dolce e amatissimo Peeta: è incredibile come la Collins sia riuscita a far arrivare al lettore tutte le sue fragilità, le paure e le sofferenze che ha dovuto sopportare e la forza e il coraggio di provare a metterle da parte e andare avanti. Peeta non sarà mai più lo stesso ma esce dalla rivolta temprato dalle indicibili fatiche sia fisiche sia psicologiche che ha dovuto sopportare.
I personaggi de Il canto della rivolta che meritano menzione sono tanti: Finnick, ovviamente, Johanna, Prim, la Presidente Coin. La trilogia non avrebbe avuto lo stesso successo se anche solo uno di loro non avesse avuto la meritata attenzione.
Anche in questo caso la Collins è stata grandiosa: colpi di scena a non finire, uno stile veloce e serrato e un finale dal gusto decisamente amaro.
Credo che questa sia una delle trilogie distopiche che mi è piaciuta di più in assoluto e la cui rilettura non mi annoierà mai.
Ora non vedo l'ora di parlarvi del prequel!
Possa la fortuna essere sempre a vostro favore.

Qual è il vostro libro preferito tra i tre?
R

domenica 17 maggio 2020

THE HUNGER GAMES REVIEW PARTY: LA RAGAZZA DI FUOCO di Suzanne Collins


Buongiorno a tutti lettori,
Continua il review party dedicato alla trilogia di Hunger games: QUI trovate la recensione del primo volume.
Oggi, invece, parliamo del secondo: La ragazza di fuoco. Se è possibile questo secondo romanzo è ancora più avvincente del primo.
Siamo tutti in attesa dell'uscita, il 19 maggio, del prequel Ballata dell'usignolo e del serpente: non vedo l'ora di averlo tra le mie mani.
Per il momento vi lascio la recensione de La ragazza di fuoco



Titolo:
 
La ragazza di fuoco
Autore: Suzanne Collins
Casa editrice: Mondadori
Pagine: 374
Prezzo: € 12,35 (cartaceo - cop. flessibile) € 7,99 (ebook)

VOTO: 4/5

Trama: Grazie a una minaccia di suicidio, Katniss e Peeta hanno vinto gli Hunger Games sfidando pubblicamente lo Stato. Il loro gesto ribelle scatena la reazione nei 12 distretti di Panem, diventando un simbolo di libertà. Ma il presidente Snow non dimentica e per vendicarsi indice una nuova edizione dei giochi: un torneo in cui a sfidarsi saranno tutti i precedenti vincitori. I protagonisti finiscono così nuovamente nell'arena. E le torture fisiche e psicologiche che hanno già subito non saranno niente in confronto a quello che li aspetta...
RECENSIONE
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Ogni vincitore degli Hunger Games stringe un patto con Capitol City: non sarà mai più chiamato a partecipare ad altre edizioni. Tuttavia, gli ultimi Hunger Games si sono conclusi in un modo del tutto particolare, che non è piaciuto a Capitol city: Katniss e Peeta hanno vinto insieme, stravolgendo le regole del sistema e soffiando negli abitanti di Panem, soprattutto quelli dei distretti meno abbienti, la scintilla della rivolta.
Per questo motivo la 75esima edizione sarà la più spettacolare, dura e avvincente della storia: i tributi verranno sorteggiati tra i vincitori delle precedenti edizioni. Per Katniss non c'è scelta, il rifiuto non è un'opzione.
Ne La ragazza di fuoco ritroviamo Katniss e Peeta, profondamente mutati dalla loro esperienza nell'arena e traditi, ancora una volta, da chi, invece, dovrebbe proteggerli. Mano a mano che si prosegue nella lettura, Katniss e Peeta diventano consapevoli del loro potenziale nella lotta contro il totalitarismo di Panem e delle loro capacità di coinvolgere la folla.
In questo secondo volume, la lettura è più lenta nella prima parte del romanzo in cui assistiamo al ritorno a casa di Peeta e Katniss e alla loro nuova vita agiata e non più fatta di stenti; mentre è più veloce, avvincente, serrata nella seconda parte dedicata all'arena: il lettore viene catapultato nella storia senza possibilità di tirare il fiato fino al finale scioccante e decisamente aperto verso il terzo e ultimo capitolo della trilogia.
Anche questa volta la Collins ha saputo creare una storia appassionante, avvincente e mozzafiato con personaggi secondari degni di nota che non scompaiono di fronte ai protagonisti. L'autrice, infatti, da molto spazio a Gale, il quale sente più di tutti il fervore della rivolta, a Prim, che è cresciuta incredibilmente, seguendo le orme di guaritrice della madre e ad Haimitch: la possibilità di essere sorteggiato per partecipare ad una nuova edizione degli Hunger Games fa emergere le ferite e gli orrori che hanno plasmato il suo carattere. All'interno dell'arena, poi, conosceremo gli altri tributi vincitori, primo fra tutti Finnick, innamorato alla follia della sua Annie.
In conclusione amerete La ragazza di fuoco più di Hunger Games: infatti, tra i tre romanzi, è quello che preferisco.
Vi aspetto domani con la recensione de Il canto della rivolta e, ovviamente:
possa la fortuna essere sempre a vostro favore

Che ne pensate?
Qual'è il vostro vincitore preferito?
Io ho un debole per Johanna.
R.