Buon pomeriggio a tutti.
Oggi voglio parlarvi dell'ennesimo libro che ci viene presentato come uno dei migliori fantasy della storia, "un mix vincente di Trono di spade, giochi di ruolo e descrizioni formidabili" (Publishers Weekly), ma che in realtà ha ben poco di tutto ciò. Solo la cover richiama una storia affascinante e ricca di intrighi, battaglie e misteri, il resto è...beh...fuffa. Basta fare un giro su Goodreads e leggere alcune delle recensioni di lettori d'oltre oceano per capire che non sono la solita schizzinosa.
Titolo: La danza degli inganni
Autore: David Dalglish
Casa editrice: Fabbri editori
Pagine: 274
Prezzo: 5,00 €
Trama: Thren Felhorn, mastro della Gilda del Ragno, è un assassino spietato, il capo indiscusso delle Gilde dei Ladri. Tutti lo temono. Persino il re Edwin Vaelor, giovane e inetto; persino il Triumvirato, l’alleanza delle tre famiglie aristocratiche più potenti dell’ intera terra del Drezel, da anni impegnate in una guerra senza quartiere con i ladri che attentano alle loro ricchezze. Ora, però, Thren ha un piano per porre fine alle ostilità una volta per tutte: vuole colpire i suoi nemici durante la grande festa del Kensgold, quando i tre patriarchi si riuniscono per festeggiare e fare sfoggio di ricchezza e potere. Anche Aaron teme Thren, e non oserebbe mai ribellarsi a lui. È il suo unico erede, il figlio che dovrà prendere il suo posto al vertice della Gilda. A otto anni Aaron ha ucciso per la prima volta, ha accoltellato il suo stesso fratello maggiore. Ora che ne ha tredici, però, il pensiero di vivere nella violenza e nell’assassinio lo disgusta. Può contare su due soli alleati: Kayla, la giovane ladra che gli ha salvato la vita, diventando così il braccio destro di Thren, e Robert Haern, l’anziano ex tutore di corte e suo precettore, che vorrebbe per il ragazzo una sorte diversa da quella che il padre gli impone. Intanto, mentre i preparativi per il Kensgold si fanno incandescenti, il patriarca Maynard Gemcroft cerca di sopravvivere ai complotti della famiglia rivale dei Kull, cui sua figlia Alyssa si è incautamente legata. Ma la ragazza dovrà scegliere da che parte stare, e lo farà sotto la guida e con l’aiuto delle Senzavolto, guerriere abilissime, dotate di capacità magiche e capaci di violare anche le fortezze più impenetrabili.
Catturata dalla cover e incantata dalla promessa dei giochi di ruolo e delle descrizioni affascinanti, ho contatto la casa editrice, che ringrazio, per averne una copia. Ma io lo sapevo, me lo sentivo nel profondo che avrei dovuto aspettare di leggere qualche recensione prima di avventurarmi in questo libro.
Al di là del fatto che le descrizioni non sono affascinanti ma inesistenti e al di là del fatto che paragonare La danza degli inganni al Trono di spade è un puro insulto per Martin, di questo libro posso dire che ci prova, che in alcuni momenti sembra riuscirci ma che non ce la fa mai del tutto.
A detta della sinossi dovremmo aver un protagonista centrale, un ragazzino che è costretto dal padre a diventare uno spietato assassino, ed è quello che pure un agghiacciante prologo promette. In realtà lo spazio lasciato ad Aaron è davvero poco a scapito di altri protagonisti, che avrebbero dovuto essere secondari ma che giocano, invece, il ruolo dei comprimari.
Mi sono quasi fatta violenza per finire la lettura: una noia pazzesca! Pochissima azione, poca suspense, pochissimi intrighi, alcune scene decisamente crude e violente ma che non colpiscono più di tanto perché l'autore, ve l'ho detto prima, non è Martin.
Sono riuscita a raccapezzarmi per il mondo creato da Dalglish grazie solo alla mappa iniziale perchè l'autore ci catapulta nel bel mezzo della storia senza spiegarci dove si trovano i luoghi e come è strutturato il Drezel. Ci parla di un re paranoico, di un ricco e grasso Triumvirato, di spietate Gilde dei Ladri, di sacerdoti e Senzavolto senza darci una spiegazione, senza introdurci nel mondo che si è immaginato per i suoi eroi.
E parliamo degli eroi allora: vuoti, poco caratterizzati, piatti. Marionette appese al filo della penna dell'autore, con pochissima se non nessuna personalità. Personaggi che non coinvolgono che non escono dalla carta, che non emozionano. Peccato perchè Aaron, Kayla e Alyssa hanno tanto, tantissimo da dire ma non ci riescono. Non ci raggiungono.
Dopo aver letto la sinossi mi aspettavo tutta una serie di intrighi, colpi di scena e inganni, in realtà mi sono trovata davanti una trama piuttosto semplice e quasi scontata: nessuno degli eventi narrati mi ha scioccata al punto da dire che non ci sarei mai arrivata. Beh basta questo per far cadere ogni possibile termine di parogone con il grande, immenso, sommo Martin.
In conclusione si tratta di un libro molto confuso e approssimativo, con delle carenze significative per essere quello che si propone di essere e cioè un fantasy che ha conquistato il mondo. Troppo debole.
Non credo che porterò avanti questa saga. Peccato, per una volta che decidono di pubblicare tutti i libri a distanza di una settimana. A me non è piaciuto e a voi? Lo avete letto? Lo leggerete?